Immagine: “A bold bluff” di Cassius Marcellus Coolidge
I dati di novembre 2013 sul commercio estero dellItalia indicano 360 miliardi di euro di esportazioni da inizio anno contro 330 miliardi di importazioni. Il saldo commerciale è di 30 miliardi. Sembra una buona notizia confrontato con i 10 miliardi del 2012. Peccato che sia dovuto al calo delle importazioni per il collasso della domanda interna. Gli italiani stanno stringendo la cinghia. Fino ad ora la crescita delle esportazioni ha limitato il crollo del PIL dovuto al calo dei consumi domestici, ma le cose stanno cambiando. A novembre 2012 le esportazioni sono state in calo del 2% sul ottobre. Se le esportazioni diminuiscono ci si avvia a un calo del PIL anche nel quarto trimestre 2013 con buona pace di Saccomanni e del suo tunnel. In questi giorni il quadro economico sta cambiando (in peggio). Dall’Argentina, a Turchia, Messico, Russia, le valute extra euro sono sotto pressione per motivi monetari, economici e politici. Questo rafforza lEuro a danno delle nostre esportazioni, tipico di chi ha un’economia debole e una moneta forte. La Banca dItalia ha rivisto al ribasso la sua stima di PIL per il 2014: a 0,7% contro 1,1% stimato dal governo. Stessa cosa ha fatto il FMI. Tra pochi mesi ci sarà il segno meno davanti a questi numeri (scommettiamo?) e verrà detto che la ripresa arriverà nel 2015 (si allunga il tunnel). La stessa Banca dItalia prevede la disoccupazione in aumento fino al 2015.
Ci si chiede quando a Roma si sveglieranno? Ogni politica economica si concede dei margini di fallimento raggiunti i quali si prende atto che non funziona. Si cambia rotta. Fino a quando si è disposti far salire la disoccupazione per ammettere che lEurozona non funziona? Disoccupazione al 30%? La situazione peggiora, come qualunque cittadino vede con i suoi occhi, ma nessuno fa mea culpa. Hanno creato la “realtà economica alterata“.
Dicono, pieni di orgoglio “Guardate lo spread sceso sotto i 200 punti“. E anche qui mentono sapendo di mentire. Lo spread si è dimezzato in 24 mesi, ma quello che conta è il costo REALE del debito, quindi quanto potere dacquisto devono cedere i contribuenti al Tesoro attraverso le tasse per finanziare il rimborso delle cedole sui titoli di Stato. Se si guarda allo spread reale nulla è cambiato perché anche l’inflazione è in crollo verticale. Da fine 2011 linflazione è scesa da 3% a 0.7% in Italia, e in Germania da 2,5% a 1,5%. Lo spread reale, dedotta l’inflazione, allora era 2,5% oggi è più o meno quello. Ci finanziavamo allora al 5.5% di interesse sui titoli con linflazione al 3%. Oggi ci finanziamo al 3% con l’inflazione a 0,7%. Trucchi da prestidigitatori, ma il portafoglio non ammette trucchi.
Lo spettro in arrivo per i mercati si chiama deflazione, in sostanza inflazione negativa. In deflazione ci sono già Grecia (-1,8%) e Cipro (-1,3%), mentre il Portogallo è prossimo con uno 0,2% seguito dalla Spagna a 0,3%. La Francia è a un tasso di inflazione dello 0,8% e la Germania di 1,2%. Lintera Eurozona è scesa a 0,8% a dicembre contro 0.9% a novembre.
E lItalia? Come detto, è crollata dal 3% di due anni fa a 0,7%. Tutti negano uno scenario da decade giapponese di zero crescita e inflazione negativa ma sta succedendo. Lo stesso Draghi per la prima volta ha citato la parola deflazione come rischio reale. Per lItalia come per ogni Paese ad alto debito la deflazione è un dramma perché, in assenza di crescita, pone il debito/PIL in una traiettoria esponenziale. L’Italia è avviata verso linsostenibilità del debito/PIL (con il debito che sale mentre il PIL è in diminuzione) eppure i mercati continuano a comprare il nostro debito. Sembra un mistero, ma non lo è. Il motivo è presto detto, con questo governo eterodiretto da Draghi i mercati si sentono protetti, sanno che ci sono le tasse, i risparmi ed il patrimonio degli italiani a salvaguardia delle ricche cedole che banche e investitori incassano sui nostri titoli e che alla fine pagherà Pantalone. E il più grosso trasferimento di ricchezza dalle famiglie alla finanza che il nostro Paese abbia mai visto. Con il Grande Bluff l’Italia è avviata verso la miseria.