“Ieri mattina sono stato a Casal Di Principe per la messa in memoria di Don Peppe Diana, Parroco assassinato il 19 marzo del 1994 dal clan dei casalesi. La sua colpa? Aver scritto un manifesto dal titolo “Per amore del mio popolo non tacerò”. Non ho voluto sedere tra le autorità e non ho partecipato al codazzo istituzionale. Troppa ipocrisia. Sulla tomba di Don Peppe ho deposto un mazzo di fiori e una lettera:
“Caro Don Peppe, ti hanno ucciso unaltra volta. Non sono stati i camorristi, ma premier, sottosegretari e ministri. Il Governo Renzi ha bloccato i fondi per i risarcire i famigliari delle vittime di mafia. Chi ha trovato e troverà il coraggio di denunciare la camorra, non riceverà neanche il sostegno per le spese legali. La commemorazione di oggi sarà una passerella di ipocriti. A Palazzo Chigi hanno scelto da che parte stare, purtroppo non la tua. Luigi Di Maio, 19 marzo 2016”
Finché Renzi non sblocca i fondi per le famiglie delle vittime di mafia e per l’assistenza legale di chi ha il coraggio di denunciare, io non mi fermo. Non mi bastano le rassicurazioni. Voglio i fatti!”.
Luigi Di Maio