Piergiorgio Scivoletto è un autore di Torino, scrive racconti e poesie. Qualche giorno fa ho ricevuto questa sua favola, ispirata da Gianroberto Casaleggio. Voglio condividerla con voi con l’augurio che non possiate mai smettere di sognare. A riveder le stelle!
a Gianroberto Casaleggio
di Piergiorgio Scivoletto – C’era una volta in un paese, dove i valori erano derisi e sognare era considerato ridicolo, una strana persona dal nome “il Fabbricante di Sogni”. Egli creava stelle con le idee, note con un fischietto, e carezze con lo sguardo. Dava al vento onestà e acqua al fuoco. I suoi desideri, erano cullati dalla luna incorniciata da mille stelle d’argento. Egli si sorreggeva con determinazione ai tuoi ideali e desideri più puri; tu credevi in lui e ai suoi incredibili sogni e lui contraccambiava mostrando una forte fiducia in te. Non tutti però in paese mostravano stima per questo sognatore. Una buona parte dei suoi paesani spesso lo criticava ridendo di lui e dei suoi particolari sogni.
Intanto in paese gli anni passarono senza pietà tra il nulla e la disperazione; ma il bene si trova anche nel male, come l’antidoto che contiene il veleno. E così il nostro eroe stanco di tutto ciò decise, in una fredda ma limpida notte d’inverno dove il vento sapeva di cristallo, di costruire un sogno a forma di lunga e irta scala per conseguire la remota Stella Universale. Si narra che questo corpo celeste fosse capace di: trasformare, dare forza, offrire aiuto e aprire la mente a chiunque la toccasse.
Terminato il duro lavoro il visionario costruttore, facendosi coraggio, salì sulla scala per raggiungere il desiderato astro. Passo dopo passo, scalino dopo scalino, tutto sembrava a posto ma, un paio di sinistri scricchiolii dicevano il contrario. A metà strada la scala si ruppe in due e il Fabbricante di Sogni cadde nell’infinito più oscuro, dove il tempo e lo spazio sono vortici di nuvole gassose.
Questo triste avvenimento non passò inosservato. Infatti, capendo che in fondo nulla è impossibile, alcuni onesti abitanti di questo triste paese incominciarono a raccogliere, tra gli scherni di alcuni compaesani, i resti della scala creata con tanta fatica dal Fabbricante di Sogni. Riunendone i pezzi con chiodi e pazienza e rinforzando il tutto con una magica colla fatta di regole e valori, riuscirono pian piano a ridargli l’aspetto iniziale aumentandone perfino la sua solidità.
Si racconta che qualche strano sognatore, abbia iniziato a salire alcuni scalini di questa particolare scala per raggiungere la tanto amata Stella Universale e tentare di migliorare le cose; o perlomeno poter dire a quelli che non osano fare, di averci almeno provato seguendo l’esempio dato dal Fabbricante di Sogni.
Questa storia per il momento finisce qui. Possiamo tranquillamente dire che, il lavoro svolto dal Fabbricante di Sogni non è stato vano. Egli inventò una scala per sperare e per sognare in un paese dove nessuno osava più farlo, riuscendo a sua volta a far sognare chi non ne era più capace.
“Prendi la direzione opposta all’abitudine
e quasi sempre farai bene”
Jean Jacques Rousseau