“Al Lupi! Al Lupi!” Il governo è uno zoo. Se fuori ci sono i gufi e per tacitare in aula l’opposizione del M5S si usano i canguri, talvolta in formato maxi, non vanno trascurati Lupi, il figlio/a di Fantozzi e la giovane marmotta Renzie che piuttosto che fare un decreto legge contro la corruzione sacrificherebbe la sua mano come Muzio Scevola. Combattere la corruzione non è nelle sue corde. Preferisce dedicarsi alle “riforme” per disintegrare Costituzione e parlamento. Quanto ci costa la corruzione? La stima supera tranquillamente i 100 miliardi di euro. E questi chiedono sacrifici agli italiani che attraverso le tasse e i costi maggiorati dei servizi pubblici la pagano?
“Al Lupi! Al Lupi!” Il M5S lo grida alla Camera da luglio, ma proverbialmente nessuno lo ha ascoltato, anche se diversamente dalla fiaba ha sempre avuto ragione. Bastava leggere le carte e andare a vedere chi fossero gli amici più stretti di Lupi. 3 dei 4 arrestati di ieri sono suoi “amici fidati” e a loro il ministro aveva affidato una dozzina di grandi opere: dai porti di Trieste e Olbia, ai cantieri Tav e alle autostrade. Ercole Incalza ce l’ha presentato Di Battista qualche mese fa. Conosciamo anche gli altri: “il secondo arrestato amico di Lupi è il faccendiere vicino a Comunione e Liberazione e a Lupi, Franco Cavallo detto Frank, o luomo di Lupi, 54 anni.” (Frank Cavallo! affidereste qualcosa a uno che si chiama Frank Cavallo a parte l’organizzazione di un rodeo?) “Il terzo è Stefano Perotti, 56 anni, lingegnere che dirigeva i cantieri più importanti grazie allamicizia e ai giri di soldi, dicono i magistrati, con Incalza. Perotti ospitava Lupi e la moglie nella sua casa di Firenze“. Perotti deve essergli molto affezionato “ha dato un lavoro da duemila euro più Iva al mese al figlio del ministro: Luca Lupi, 25 anni“. Euforia da jobsact o favori crescenti per il prossimo appalto? Non bisogna essere maliziosi, l’ingegnere che trova lavori ai figli avrà ottenuto i suoi incarichi perché lavora duro e senza soste: “Nel 2011 il presidente del consorzio Nodavia che costruisce il nodo ad Alta Velocità ferroviaria di Firenze, sbotta al telefono: Perotti, che lo stesso non cè mai in cantiere e dichiarando, in generale: loro non hanno mai fatto un cazzo!
alla fine questo non è che sia uno stipendificio dove si piglia i soldi senza fare un cazzo. Invece sì!
“Al Lupi! Al Lupi!” Lupi o è un fallimento come ministro oppure porta sfiga. O entrambe. Le persone che si è messo vicino per la gestione di soldi e appalti sono state arrestate dopo anni che agivano indisturbate all’interno delle Istituzioni. Perché Lupi le ha scelte e perché Lupi le ha coperte? Chi gli ha suggerito/ordinato di farlo? La risposta all’interrogazione M5S a Lupi di luglio su Incalza è emblematica: è stata scritta dal suo avvocato!(*) Non un ministro, ma un difensore d’ufficio. Lupi deve dare spiegazioni, dimettersi e restituirci fino all’ultimo centesimo tutti i quattrini che si è beccato come Ministro delle infrastrutture. Li metteremo nel fondo per il microcredito alle aziende dove vengono versati gli stipendi tagliati dei portavoce M5S in Parlamento.
Quante altre persone ci sono che vengono coperte dai ministri di Renzie? Poletti vuole confessare qualcosa? E’ il momento buono per togliersi un peso dalla coscienza.
Di seguito , risposta preparata dall’avvocato di Incalza. La giovane marmotta Renzie ha qualcosa da aggiungere?
MAURIZIO LUPI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.:
Signor Presidente, ringrazio anche l’onorevole Dell’Orco e gli altri colleghi parlamentari per avere posto la questione all’attenzione del Governo. Una brevissima premessa: è evidente che le recenti indagini e inchieste della magistratura in materia di appalti sulle grandi opere al riguardo, il Governo ha dato una risposta immediata con il decreto-legge n.90 del 2014, con la costituzione dell’Autorità anti corruzione e con provvedimenti che sono già stati presi in materia di appalti per quanto riguarda la segnalazione all’Autorità anti corruzione delle varianti in corso d’opera esigono una rafforzata e moltiplicata azione di vigilanza e di controllo da parte delle istituzioni dell’ente pubblico e, dall’altra parte, una grande radicale azione di semplificazione e di certezza delle norme, in modo che l’eccezione non diventi la regola.
Abbiamo affrontato prima, appunto, uno degli esempi in cui le procedure e la burocrazia portano poi al rallentamento nella realizzazione delle opere. Nel merito, invece, dell’interrogazione, che è stata riferita al Governo, in oggetto all’indagine condotta dalla procura di Venezia relativa alla realizzazione del Mose, l’ingegner Ercole Incalza non risulta indagato e non è mai stato sentito neppure come persona informata dei fatti. Più precisamente, come risulta da numerosi organi di stampa, i magistrati di Venezia hanno proceduto all’arresto di alcuni indagati, altri sono semplicemente iscritti nel registro degli indagati, ma non arrestati, altri soggetti hanno subito perquisizioni, pur non essendo indagati. []
(*) l’avvocato di Incalza, tal Titta Madia, è lo zio di Marianna Madia, Ministro della Pubblica Amministrazione!