di Beppe Grillo e il suo Neurologo – L’uomo tende a percepirsi come se fosse lui il centro dell’universo, una visione che viene definita antropocentrismo. “E luce fu’” come se la parola avesse preceduto sia la luce che il buio, come se prima del buio ci fosse stata soltanto la parola. La parola prima di tutte le altre cose.
A rischio di essere troppo profondi ricordiamo che “In principio era la parola” è scritto nel vangelo di Giovanni, dove la parola era Dio, non l’uomo. Così nelle radici del cristianesimo è Dio ad essere al centro, non noi. Spesso tendiamo a dimenticare pure questo, indipendentemente dalla sua esistenza o meno, dalla vostra fede e dalla sua forza, il cristianesimo (non soltanto lui) sembra proteggere l’uomo dal suo delirio di centralità universale.
La nostra visione del mondo è talmente filtrata dai sensi che anche oggi non sono in pochi a credere che la terra sia piatta. Questo perché tendiamo a mettere la nostra percezione davanti a qualsiasi altra cosa. Mi è capitato di discuterne con un signore che ne è convinto in modo vivace e divertente; c’è molto da scoprire in momenti come questi se eviti di atteggiarti a saputello oppure di tenerti per forza in una cool way della mente. Dopo una schermaglia su quello che era evidente agli occhi, un’altra molto divertente su dove andasse il sole e attorno a cosa girasse, proposi al mio interlocutore una serie di obiezioni standard. “Se ne è davvero convinto lo insegni ai suoi nipoti, e poi sa bene che su tutti i libri di scienze la terra non è piatta.” Lui mi rispose “…e a ma cosa cambia?” In effetti a lui personalmente cambia davvero poco.
Così la grande risonanza delle eclissi, l’enorme quantità di persone che scruta il cielo per “osservarle,” mi fa pensare. In fondo si tratta dell’unico momento in cui è evidente che la terra non è piatta, anche se in realtà non è proprio rotondissima. Un’occasione perchè i nostri sensi vadano oltre l’ovvio, un’occasione per gli astronomi di tutti i tempi, e per le persone qualunque: addetti e non addetti ai lavori si mescolano puntando lo sguardo verso l’eclissi, un eccitante fenomeno bi e multi partisan; non importa come la pensi, anzi puoi persino provare a dimenticartelo. Guardare questo fenomeno, anche non guardarlo, sarà come mettersi di fronte ad uno specchio pronto a rivelare come vedi la realtà e ciò che percepisci. Insomma un momento di sublime comunione, che unisce sotto un sacro vincolo celeste chi ha studiato e chi no. Una riflessione comune che permette di unire nozioni e constatazioni. Alcuni trovano la loro dimensione in relazione al sistema solare, altri meditano in modo meno tematico, lasciandosi cogliere dal fascino di questa sbirciatina nel backstage del cielo.