“La riforma della Rai annunciata ieri dal governo non libererà la tv pubblica dalla politica. Non ci sarà nessuna inversione di tendenza. Anzi, la situazione peggiorerà. È la Gasparri 2.0. Non è un’occupazione manu militari della Rai ma poco ci manca. Il blitz del giglio magico su quella che dovrebbe essere la principale azienda culturale del Paese è servito, Un disegno di legge governativo che prevede il completo controllo della Rai da parte di maggioranza e governo. Una di quelle riforme che se Berlusconi avesse solo ipotizzato avrebbe portato una mobilitazione straordinaria del centrosinistra italiano.
Il consiglio di amministrazione viene ridotto a sette membri: due scelti dal governo, due dalla Camera e due dal Senato, più un settimo membro scelto dai dipendenti Rai (ma non si sa ancora in che modo). Il Partito democratico assieme agli alleati di governo potrebbe eleggere sei consiglieri di amministrazione su sette. La maggioranza nel Cda sarà sempre espressione dell’esecutivo e delle forze che lo supportano. Quindi non cambia nulla: i partiti continuano ad avere le mani nella Rai ed esercitare potere al suo interno.
Il MoVimento 5 Stelle conserva la sua proposta. Una proposta seria che prevede l’uscita di scena della politica dalla Rai. I consiglieri devono essere scelti per il proprio curriculum, con un procedimento pubblico e trasparente, sulla base di precisi requisiti di onorabilità, competenza e soprattutto indipendenza. Non devono rispondere al potente di turno che li ha piazzati in Cda, ma lavorare per il bene dell’azienda e dell’interesse dei cittadini. Lo stesso deve valere per l’amministratore delegato, che invece si vorrebbe nominato dal Cda “sentito il governo“.
Faremo opposizione, cercando in ogni modo di migliorare la riforma Rai, anche se con questi presupposti, sembra un’impresa impossibile. Si rispetti il Parlamento nelle sue prerogative, senza aut aut. Le forze politiche devono poter confrontarsi e introdurre modifiche durante lesame. Così comè non può andare bene. Sono necessari correttivi come
– lindividuazione di maggioranze qualificate per l’elezione dei consiglieri in modo da ampliare quanto più possibile il consenso in Aula
– la previsione di requisiti come quelli ipotizzati nella proposta di legge del Movimento 5 Stelle. – – Chi sarà chiamato a guidare la Rai non potrà provenire dalla politica: siano esclusi tutti coloro i quali negli ultimi sette anni abbiano ricoperto cariche politiche (ministri, sottosegretari, parlamentari o dirigenti di partito).
L’obiettivo deve essere una Rai finalmente libera dalle pressioni politiche, tanto dei partiti quanto del governo. So che la maggioranza del parlamento è contro questa falsa riforma. È ora di cacciare le palle!”
Roberto Fico cittadino M5S portavoce alla Camera, presidente Vigilanza Rai
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