Noam Chomsky mi ha rilasciato un’intervista sul V-day e sulle reazioni dei partiti e dei media.
Chomsky dice: “L’attività politica dei partiti ora consiste nel produrre candidati attraverso meccanismi che sono controllati da concentrazioni di potere economico che emarginano la popolazione”. Sei solo un elettore “che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà” come cantava Giorgio Gaber.
Chomsky esprime una forte preoccupazione per la libertà di informazione e per il futuro di Internet.
Il prossimo V-day sarà sull’informazione. Nelle prossime settimane la data. Stay tuned!
“V-Day. Parlamento Pulito. Nulla è stato detto [prima] dalla stampa. E’ davvero incredibile che sia stato possibile e ciò riflette la chiara, se non travolgente, necessità della popolazione che chiede sia fatto qualcosa di concreto per risolvere il persistente problema della politica italiana.
Dimostra che [Grillo] ha toccato un nervo scoperto; la reazione riflette, io penso, un senso di colpevolezza e paura. Quello che stanno facendo è molto importante e, per il potere, preoccupante. Tralasciamo l’accusa di terrorismo, che non ha senso. Ma l’accusa di populismo è interessante.
Cos’è il populismo? Populismo significa appellarsi alla popolazione; è un’accusa grave se viene da chi guida l’opinione pubblica. Pensano che la popolazione debba essere tenuta lontana dalla gestione degli affari pubblici. Pensano che la popolazione dovrebbe essere spettatrice e non partecipe.
Secondo questo punto di vista è sbagliato provare a coinvolgere la gente nella gestione della cosa pubblica. Forse il più grande intellettuale USA del XX secolo, Walter Lippman, pensava che la maggioranza della popolazione fosse ignorante e inaffidabile; le persone responsabili che dovrebbero guidare il Paese devono essere tenute al riparo dalle sue iniziative, dalla sua rabbia. Non è una posizione inusuale; è comune tra i liberal, gli intellettuali democratici e, da loro, si trasferisce alle classi dirigenti. E’ chiaro, quindi, perché le persone al potere non agiscono secondo i desideri della popolazione; questo è l’opposto di una democrazia funzionante. Penso che la vera democrazia sarebbe molto più efficace senza quelli che chiamiamo partiti politici, che funzionano solo come macchine per la produzione di candidati. L’unica forma di partecipazione è radunarsi ogni tanto e scegliere tra candidati e programmi che vengono presentati loro. Le persone sono escluse dalla formazione delle posizioni politiche dei candidati.
Alcune figure che sono in grado di raccogliere finanziamenti, il che vuol dire che sono “create” dal mondo economico, arrivano nelle città e dicono ” Vota per me perché so io cosa fare” e la gente decide se votarli o meno. Una società democratica dovrebbe funzionare un po’ diversamente. Cosa dovrebbe accadere in una democrazia vera? La gente si radunerebbe pubblicamente e deciderebbe quale politica preferisce e direbbe ai candidati: “Questa è la politica che desideriamo; se sei in grado di portarla avanti bene, altrimenti vai a casa” Questa sarebbe una democrazia effettiva, il che è molto lontano dalla situazione attuale. L’attività politica dei partiti ora consiste nel produrre candidati attraverso meccanismi che sono controllati da concentrazioni di potere economico che emarginano la popolazione.
Un grande commentatore americano del XX secolo, John Dewey, evidenziò correttamente come “la politica è l’ombra che il potere economico ha posto sulla società”. Sembra proprio così, e non è democrazia.
C’è una nuova battaglia da combattere: se Internet debba rimanere libera e gratuita, come lo è se rimane in mani pubbliche, o se debba essere controllata. Controllare Internet non è facile ma ci sono i modi per farlo. Ci sono pochi sistemi per accedere alla Rete: se venissero privatizzati li vorrebbero controllare. Questa è una delle più grandi battaglie negli Stati Uniti, ora.” Noam Chomsky