L’immondizia è diventata un simbolo.
Oggi l’impianto di riciclaggio è un orgoglio cittadino.
L’escremento è un bottino.
Siamo nella fase anale quando i bambini giocavano con la cacca traendone piacere.
Freud nel 1917 diceva che il bambino non ha ripugnanza per i propri escrementi, li usa come un regalo verso le persone che ama.
Oggi i marchi che fanno prodotti riciclati sono come i bambini che rielaborano la cacca e te ne fanno dono.
George Hansen e Deputy sono diventati leader nel mercato degli accessori fatti di spazzatura riclicata, esclusivi.
Le borse freitag (venerdi, in tedesco) hanno un grande successo da anni in Svizzera e sono fatte con stracci e quindi sono modelli unici, irripetibili. I cinesi hanno provato a copiarle realizzando le borse donnerstag (giovedi), ma hanno fatto un flop.
Oggi il riciclaggio si insinua in tutti gli ambiti della vita umana: nella conoscenza con la disinformazione, nella cultura con la nuova istruzione, nel corpo con la chirurgia estetica.
Tutto ciò che è ripugnante si rende produttivo.
L’imitazione della natura: lo scarto di una azienda è la materia prima di un’altra (consiglio il libro di Gunter Pauli dal titolo Svolte epocali, ed. Baldini Castoldi Dalai).
Ad esempio la BASF: i suoi rifiuti sono le materie prima di società ad essa associate. Si nutre delle sue feci.
In Spagna, a La Coruna, funziona un impianto che trasforma i rifiuti in luce senza bruciarli (22 mila lampioni della città si accendono di notte).
Come non amare un sistema che dopo essere stato criminale, devastante ed inquinante, arriva a trasformare le scorie in arredamento e la merda in luce?