Il New York Times entro breve non sarà più stampato, rimarrà solo la versione on line. E’ la legge del mercato. Negli Stati Uniti i ricavi pubblicitari per i giornali stanno crollando. Nel 2009 la perdita è stata del 27,2% rispetto al 2008. L’informazione si sta spostando in Rete con nuove regole. Su Internet comandano solo due soggetti: il giornalista e i lettori, gli altri, dall’editore al consiglio di amministrazione, sono solo orpelli. Il New York Times è solo l’ultimo di una serie di giornali e riviste che hanno interrotto la loro produzione cartacea. I giornali possono sopravvivere solo grazie ad aiuti statali, quindi politici, come fu per la Pravda di Stalin o, ai tempi nostri, per la Repubblica di De Benedetti o a Libero firmato da Belpietro. Senza i finanziamenti pubblici gli imprenditori/editori con le pezze al culo, dovrebbero spostarsi in Rete sperando che molti leggano spontaneamente il fondo di Scalfari della domenica o l’editoriale della Confindustria sul Sole 24 Ore del lunedì. Impresa, come è ovvio, del tutto impossibile.
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