“Qualunque lavoro tu faccia, tornare a casa da chi ti ama è un diritto. E la cultura della sicurezza è la migliore prevenzione dagli infortuni. Segui le regole che tutelano il bene più importante per te e i tuoi cari: la tua vita“. Questo è il messaggio che compare sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. E qual è la migliore regola per salvare la pelle? Pretendere maggiori condizioni di sicurezza. E chi la deve dare? Il datore di lavoro. E chi la deve garantire? Lo Stato. E chi muore? Il lavoratore che, come direbbe Andreotti, se l’è cercata.
“La Campagna per la sicurezza sul lavoro del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali dice: Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene. Un messaggio e due spot rivolti solo al lavoratore, ma non a tutti gli attori coinvolti. Dopo aver frantumato il Dlgs 81/2008 del Governo Prodi, hanno ben pensato di correggerlo con il decreto Dlgs 106/09 (sanzioni dimezzate ai datori di lavoro, dirigenti, preposti, arresto in alcuni casi sostituito con l’ammenda, salvamanager, ecc). Ora il governo cerca di rifarsi la verginità con spot che costano ben 9 milioni di euro. Spot inutili, anzi dannosi, per limmagine di chi ogni giorno rischia la vita, non perché gli piaccia esercitarsi in sport estremi, che colpevolizzano il lavoratore stesso. E una campagna vergognosa, quasi che se non cè sicurezza la colpa è imputabile al fatto che il lavoratore non vuole bene a sé stesso ed ai suoi familiari. Non dice nulla di chi deve garantire la sicurezza per legge, sottovaluta i rapporti di forza nei luoghi di lavoro, non accenna minimamente al fatto che i lavoratori sono sempre più ricattabili e non hanno possibilità di scegliere.” Marco Bazzoni
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