“Ho 62 anni: tanta esperienza, tanta capacità, ma nessun lavoro. Mesi fa ho chiesto la licenza di accattonaggio al mio comune: la richiesta non è stata protocollata perché considerata una “battuta“. Oggi faccio il “direttore commerciale” part time per una piccola ditta che mi rimborsa solo con una cifra simbolica i miei spostamenti. Comunque faccio l’impossibile per cercare di aumentare significativamente il loro fatturato, nel qual caso, forse, verrò inquadrato. Intanto sono stato confermato fino a dicembre, alle stesse misere condizioni. Ovviamente ad agosto verrò “pagato” la metà della cifra già simbolica perché l’azienda ha chiuso 15 giorni per ferie. Meglio di niente. E vado avanti in attesa che le banche creditrici mi tolgano la casa, con l’impossibilità di riscuotere i miei crediti (che superano i miei debiti!) grazie a leggi assurde che permettono a filibustieri e banditi commerciali di rovinare aziende fondamentalmente sane ed attive. Il tempo passa nell’attesa e la speranza di arrivare a 66,5 anni, quando riuscirò a riscuotere la mia pensione pagata con decine e decine di milioni di lire di contributi versati dal 1972 al 2009. Ovviamente se non muoio prima! Tanti auguri a chi è nella mia stessa situazione. Non mi resta che resistere, cosa che invito a fare a tutti gli imprenditori d’Italia.” Roberto A., Massa Martana
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