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Passaparola – Un imprenditore sul cupolone – Marcello Di Finizio

beppegrillo.it - Novembre 5, 2012
Un imprenditore sul cupolone
(12:00)

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“La mia prospettiva è che dopo avere creato la mia azienda, che funzionava molto bene, e dopo avere contratto dei debiti facendo una ipoteca su casa mia, domani mi prendono l’azienda, la mettono all’asta, non mi riconoscono un soldo,ì e non ho nessuna possibilità di vincere contro l’’amichetto del politico di turno. I giochi si stanno allargando in Europa, gli interessi più grossi delle concessioni demaniali sono europei. La cosa che interessa di più all’Europa e alle multinazionali sono le coste italiane. Se una multinazionale deve venire in Italia a prendersi qualcosa si prende le coste italiane,che cosa si deve prendere?” Marcello Di Finizio, imprenditore balneare triestino

Il Passaparola di Marcello Di Finizio, imprenditore balneare triestino

Dov’ è il buonsenso e ragionevolezza? (espandi | comprimi)
Sono Marcello Di Finizio, saluto tutti gli amici del blog di Beppe Grillo, per chi non mi conosce sono il titolare della “Voce della Luna” di Trieste nonché quel matto che è salito sulla cupola di San Pietro per protestare contro la direttiva Bolkestein e il governo Monti e le sue politiche di austerity.Il tema della direttiva Bolkestein non è facile da spiegare però tenterò di farlo cogliendo i punti essenziali. Bolkestein è una direttiva europea recepita nel 2006 con il governo Prodi. La direttiva Bolkestein è una direttiva che riguarda tutti i servizi che si gestiscono in Europa. Come categoria turistico – balneare siamo finiti in questa direttiva europea che non fa altro che prendere le nostre aziende e metterle all’asta. Vi faccio il mio esempio. Mi sono occupato di bar e ristorazione tutta la vita, questo è il mio mestiere e la mia passione, io vivo di questo e vorrei possibilmente continuare a viverci. Ho gestito per dieci anni un jazz club e dopodiché mi è capitata l’occasione di un locale su una concessione demaniale.Ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque. La cosa più banale è informarsi su quali siano le garanzie. Prendi un negozio e vai dal proprietario delle mura, in base ai tempi di affitto pianifichi il tuo investimento, altrimenti, se il contratto di affitto non è adeguato al tuo investimento non lo accetti. In quel caso il mio interlocutore era la Regione e chiesi: “Scusi un attimo, ma se faccio degli investimenti su questo posto non è che domattina voi mi mandate via, devo essere in qualche maniera tutelato e garantito”. Normalmente chiedo quali sono le garanzie e a questo deve seguire un contratto perché altrimenti come giustifico gli investimenti con le banche? E così è stato. Mi dissero che assolutamente sì, che c’erano i presupposti per avere delle garanzie affinché questi investimenti venissero tutelati. Se sei nel rispetto delle regole e continui a pagare l’affitto, puoi rimanere là quanto vuoi e nessuno ti caccia via. Io dissi va bene, firmai questo contratto. Subentra nel 2006 questa “direttiva servizi”la quale dice che per garantire la concorrenza in Europa bisogna mettere allasta tutte le concessioni demaniali. “Ma come scusa? Mi sono assunto dei debiti in virtù di un contratto che ho firmato con lo Stato” e qui cominciano le cose allucinanti. Ho avuto fiducia dello Stato, in virtù di quel contratto ho impegnato casa mia, l’ ho ipotecata, dopo avere creduto in un contratto, questo è stato tradito. Se avessi fatto quel contratto con un privato probabilmente avrei potuto andare a finire su un banco di Tribunale e avrei vinto, contro lo Stato o contro l’Europa per me è impossibile vincere, diventa una lotta titanica!
La mia prospettiva di domani è che dopo avere creato la mia azienda e avere contratto dei debiti con un’ipoteca su casa mia, mi prendono l’azienda, la mettono all’asta, non mi riconoscono un soldo. I giochi si stanno allargando in Europa gli interessi più grossi delle concessioni demaniali sono europei. La cosa che interessa di più all’Europa e alle multinazionali sono le coste italiane, che cosa abbiamo di bello e di buono in Italia?Abbiamo le coste. Io non sono nessuno, io sono un “Mario Rossi“che ha costruito la sua piccola azienda credendo in un contratto, non ho inciuci, non ho ammanicamenti, non ho contatti politici, sono solo uno che ha aperto il suo negozio e il suo negozio se lo vede falciato via, mangiato dai più grossi.
Le banche mi hanno già mandato un avviso di ingiunzione e quindi a breve si portano via casa mia perché io non sono più in grado di pagarla perché, con la mia azienda ferma, le banche la prima cosa che faranno è di aggredire la casa, dopodichè mi portano via il locale, poi mi mettono un bel timbro di fallimento sulla schiena e mi sbattono in mezzo a una strada. Può essere giusta una cosa del genere? Dov’é il buonsenso e ragionevolezza in tutto questo?

Famiglie in mezzo alla strada (espandi | comprimi)
La giustizia dov’è in tutto questo? E’ possibile che la mia vita deve essere cancellata in nome di questa Europa? Perché questo ce lo chiede l’Europa? O ce lo chiede qualche amichetto di qualche politichetto locale? Io sono salito sulla cupola per portare all’evidenza questo fatto che si cercava di sommergere in tutti i modi, persino la stampa non ne parlava o ne parlava poco o niente e in maniera varia, variegata e spesso avariata. Spesso l’argomento veniva trattato in maniera molto faziosa per cui i messaggi erano confusi. Gli aspetti essenziali è che si prendono delle aziende esistenti italiane dove c’è gente che ha investito dei soldi, ha creduto in un contratto che viene stracciato letteralmente, non conta più, e le aziende vengono messe all’asta a un bando di gara internazionale in nome delle liberalizzazioni. Attenzione. In nome delle liberalizzazioni si sta falciando tutto, si stanno portando via pezzi di sovranità di questo Paese, attenzione al nome “liberalizzazione” perché è una parola che piace molto alla gente. Liberalizzazione non vuole dire niente..Intanto cerchiamo di capire: liberalizzazione per chi? Sicuramente non per il Mario Rossi italiano. Stiamo parlando di liberalizzazione soltanto per chi si può permettere di comprare: le grandi holding finanziarie europee, le multinazionali e le banche, per cui che nessuno si illuda quando queste parole vengono dette pubblicamente, sembrano delle grandi cose e magari la “signora Rosa” che ascolta le sembra anche una cosa bella e invece non lo è. Ormai l’hanno capito anche i bambini che si tratta semplicemente di fare a pezzi il Paese per metterlo nelle mani delle multinazionali, punto e fine, questo è l’argomento.
La nostra categoria e quella più appetibile. Stiamo parlando della costa italiana. Se c’è una cosa interessante dell’Italia è la costa, interessa alla Germania e interessa alle multinazionali. Le attività turistico – balneari sono uno dei pochi comparti economici del Paese che ancora regge botta a questa grande crisi. Questo dà la dimensione che è un comparto ancora sano, non è stato ancora fatto a pezzi dalla crisi, ma si cominciano a registrare cali del 20% , del 30%, in alcuni casi anche del 50%. Per cui la crisi arriva, qui si tratta di portarli allo stremo. Il 2015 è la data in cui tutte le concessioni demaniali andranno a scadere, e dopodichè tutte le concessioni in teoria dovrebbero andare in bando di gara, per cui potete immaginare come arriveranno queste aziende al 2015, già ora sono con il boccaglio, arriveranno già morte. Per cui sarà un lavoro facile per le multinazionali prelevare tutto quanto!
Questo è un lavoro certosino che hanno fatto: prima ci mettono in ginocchio e poi arrivano le multinazionali, noi non avremmo neanche la forza di reagire. È chiaro che questo è un bene prezioso per chi avrà intenzione di creare il grande business e là sì che ci saranno seri problemi e poi una volta che entreranno le multinazionali faranno quello che vorranno, detteranno legge. Le coste italiane diventeranno, nella migliore delle ipotesi, un enorme Mc Donald’s, tutti uguali e tutti standardizzati; si perderanno le caratteristiche di tipicità del nostro Paese perché molte di queste aziende hanno una storia di cento anni e oltre, nessun Paese in Europa ha una tipicità di questo tipo.
Nessuno è mai intervenuto, non l’ha fatto il governo Prodi, non l’ha fatto Berlusconi e men che meno lo sta facendo Monti e il suo governo. Tutti quanti in qualche modo avevano i loro interessi su queste attività produttive. Berlusconi probabilmente doveva fare un po’ gli interessi dell’Europa e un po’ gli interessi suoi e dei suoi amichetti, perché un po’ se le doveva mangiare l’Europa le coste italiane e un po’ se le doveva mangiare lui con i suoi amichetti. Era evidente che i giochi sarebbero andati così. Soltanto un altro esempio: oggi (venerdì 2 novembre 2012, ndr) mi trovo qua a Torvaianica con un gruppo di ragazzi che gestiscono uno stabilimento balneare, questi ragazzi sono cinque soci che si sono presi come me, hanno firmato lo stesso tipo di contratto ed erano ex-operai, rimasti in mezzo a una strada perché la fabbrica ha chiuso. Si sono tirati su le maniche, hanno fatto dei debiti in banca per potersi prendere questo stabilimento balneare e si tirano fuori cinque paghe e hanno fatto una marea di debiti per potersi inventare un lavoro, perché le fabbriche chiudono, la loro fabbrica ha chiuso, che facciamo? Va bene ci inventiamo un lavoro e l’hanno portato per dieci anni e anche bene. Arrivata la direttiva Bolkestein adesso che si sono inventati il lavoro, hanno fatto i debiti, si ritroveranno anche loro in mezzo alla strada con i debiti da pagare delle banche senza più la loro attività in cui hanno creduto e hanno portato avanti. È una cosa allucinante, ci sono famiglie con bambini che hanno costruito delle vite sulle loro attività e questa gente verrà messa tutta in mezzo alla strada per far spazio alle multinazionali”.

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