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Anziani digitali: tra solitudine e connessione

beppegrillo.it - Ottobre 26, 2025
di Igor G. Cantalini

Negli ultimi anni si è diffusa una tendenza alquanto inaspettata, sempre più persone in età avanzata trascorrono una parte crescente delle proprie giornate davanti a uno schermo. Smartphone, tablet, televisori connessi, computer e console di gioco stanno ridisegnando la quotidianità di milioni di anziani, che utilizzano la tecnologia con la stessa intensità di adolescenti e giovani adulti.

Il Regno Unito, che ha istituito un Centro nazionale per i disturbi da gioco, ha registrato decine di casi di adulti e anziani in trattamento per dipendenza da videogiochi e dispositivi digitali. La clinica pubblica di riferimento, la National Centre for Gaming Disorders, nata nel 2019, accoglie non solo adolescenti ma anche pazienti sopra i 40 anni, alcuni dei quali ultra settantenni. L’esperienza britannica mostra come l’uso compulsivo di smartphone e giochi online non riguardi più solo i più giovani.

La situazione non è isolata, nel 2024 uno studio pubblicato sulla piattaforma scientifica PubMed Central ha confrontato adolescenti e adulti affetti da “gaming disorder”, riscontrando che negli adulti la dipendenza si sviluppa più lentamente ma con effetti più profondi sulla vita sociale e familiare. Il Servizio Sanitario britannico (NHS) ha avviato un programma di monitoraggio permanente, segnalando un aumento costante di richieste di aiuto anche da parte di persone di mezza età.

L’aumento del tempo trascorso davanti agli schermi tra gli anziani è un fenomeno globale. In Corea del Sud, dove la penetrazione dello smartphone è tra le più alte al mondo, il 15 % delle persone tra i 60 e i 69 anni è considerato a rischio di dipendenza digitale. In Giappone diverse ricerche hanno collegato l’uso prolungato dei dispositivi a una minore attività fisica e a disturbi del sonno. In Cina, un sondaggio nazionale tra gli over 60 ha rilevato che il tempo passato online si associa a un peggioramento della qualità del riposo e a livelli più alti di stress.

Anche in Italia la diffusione dei dispositivi digitali tra gli anziani è in rapida crescita. Secondo i dati Digital 2025 Italy, gli utenti internet nel nostro paese superano i 53 milioni, con una penetrazione del 90 % sulla popolazione totale. Tuttavia, fra le persone oltre i 65 anni, la familiarità con la tecnologia resta inferiore: circa il 42 % utilizza internet regolarmente e solo il 12 % degli over 75 accede abitualmente alla rete. In termini di acquisti online, la percentuale scende al 54 %, una delle più basse d’Europa. Questo squilibrio è prettamente  culturale non solo tecnologico, la generazione che oggi va in pensione ha imparato a usare la rete durante la vita lavorativa e tende a proiettare queste abitudini nella quotidianità. Per molti lo schermo è una finestra sul mondo, si usa per parlare con figli e nipoti, partecipare a gruppi online, guardare film e programmi, giocare, informarsi, ma la mancanza di controllo esterno, come quello esercitato su bambini e ragazzi, espone gli anziani a rischi maggiori, ovvero truffe digitali, microtransazioni nei giochi, esposizione a notizie manipolate o allarmistiche.

Nel Regno Unito e negli Stati Uniti si moltiplicano i centri che trattano forme di dipendenza legate all’uso eccessivo dello smartphone, del gioco online o dello shopping digitale. I medici parlano di “dipendenza comportamentale”, una categoria che comprende anche la navigazione ossessiva e lo scorrimento compulsivo dei social network. Gli effetti più frequenti sono insonnia, ansia, riduzione dell’attività fisica e isolamento. In Italia, alcune strutture sanitarie e centri universitari di psicologia hanno iniziato a raccogliere dati su questi comportamenti, anche se le richieste di terapia provengono ancora in gran parte da pazienti più giovani. La crescita del tempo davanti allo schermo negli anziani rappresenta però anche un’opportunità. L’uso di dispositivi digitali può migliorare la qualità della vita, favorire la memoria e ridurre la solitudine. Una meta-analisi condotta su oltre 400 mila persone sopra i 50 anni ha evidenziato che chi utilizza regolarmente dispositivi digitali mostra un declino cognitivo più lento rispetto a chi non li usa. Le piattaforme di videochiamata e i corsi online permettono di mantenere relazioni e interessi anche in condizioni di isolamento.

In Italia, alcune sperimentazioni nel campo della telemedicina e dell’assistenza domiciliare hanno già mostrato benefici concreti: pazienti anziani che comunicano con i medici attraverso app dedicate hanno minori ricoveri d’urgenza e livelli più stabili di aderenza terapeutica. Gli esperti di geriatria e psicologia dell’invecchiamento sottolineano però che serve una strategia pubblica per l’alfabetizzazione digitale della terza età, con programmi di formazione nei centri sociali, nelle università popolari e nei consultori.

La generazione anziana di oggi non è estranea al mondo digitale; è una popolazione in transizione, che vive la tecnologia in modo sempre più intenso, con tutti i rischi e le opportunità che ne derivano. Le istituzioni, i servizi sanitari e le famiglie dovranno accompagnare questo cambiamento con consapevolezza e strumenti adeguati. Il tempo davanti allo schermo può diventare un alleato prezioso per la salute mentale e la socialità, a condizione che sia vissuto con equilibrio, conoscenza e senso critico.

 

 

L’AUTORE

Igor G. Cantalini – Esperto di comunicazione e marketing digitale di 45 anni, laureato in Scienze della Comunicazione, ha lavorato con brand di fama nazionale e internazionale, specializzandosi successivamente in Intelligenza Artificiale. Scrittore e divulgatore, pubblica articoli su  vari temi.

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