Pecorella non è quell’agente di Polizia con pistola, manganello e casco (senza riconoscimento) in piedi di fronte a un valligiano a viso scoperto e disarmato. Non è una pecorella l’agente che non ha picchiato il dimostrante, come forse voleva la carta igienica più cara del mondo che si vende nelle edicole italiane. No, lui eseguiva soltanto degli ordini, è un dipendente dello Stato. Pecorelle sono quel migliaio di parlamentari che si nascondono dietro a Rigor Montis, il tecnico nominato dalla BCE per garantire il valore dei nostri titoli pubblici comprati dalle banche francesi e tedesche. Esseri invertebrati che non hanno il coraggio di scelte impopolari, di metterci la faccia. Hanno chiamato la Governante di Varese a fare le pulizie al loro posto. Pecorelle che votano a comando della Merkel per interposta persona. Premono un pulsante, gioiosi per la quotidiana macellazione del Paese, mentre incassano 20.000 euro al mese e l’Italia muore.
L’Italia muore, nella disoccupazione, nell’inflazione, nel debito pubblico che continua a crescere, nelle aziende chiuse lungo le strade. L’Italia muore nella democrazia tradita, nelle facce di Bersani e di Fassino, di Alfano e di Maroni. Pecorelle che belano. Beee, beee, beee. Belano stronzate e ne sono fieri. Loro, in fondo, che c’entrano. Hanno distrutto l’economia italiana, ma non è colpa loro. Già di chi è la colpa? Di chi è questa fottuta colpa?
Le pecorelle si indignano soltanto quando i cittadini si incazzano. Li vogliono pecoroni. Li tengono a pecorina grazie a un’informazione che farebbe arrossire persino la Pravda. La maggioranza degli italiani non sa nulla di ciò che succede nel nostro Paese, in buona parte non vuole neppure saperlo. Se ne frega. Se i cittadini alzano la testa, come avviene in Val di Susa, sono criminalizzati.La Tav serve unicamente a nutrire le pecorelle, a riempire le mangiatoie, le cooperative rosse, bianche e le varie lobby. Su questa torta c’è la ciliegina della ‘ndrangheta che appoggia la Tav. L’unico a non saperlo è Rigor Montis che non si capisce se ci è o se ci fa. I treni in Italia sono al collasso, la Salerno – Reggio Calabria è ancora incompiuta dopo decenni e lui sottrae 22 miliardi a pensioni e investimenti “Per non staccare l’Italia dall’Europa“. Una battuta degna del miglior Zelig o di Mastella. Studi le carte, caro Monti, studi, e capirà che lo scempio ambientale e economico della Valle di Susa può essere il suo Vietnam e la fine anticipata e ingloriosa di un governo autoreferenziale. Beeeeeeeeeee! Un belato vi seppellirà.
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