(07:44)
“Quando la mia generazione, quella dei quarantenni viveva con il sogno, con il mito dellingresso in Unione Europea, si immaginava unEuropa che fosse inclusiva, che fosse un abbraccio per tutti i popoli europei, che desse opportunità di lavoro, di movimento, oggi siamo spaventati, oggi ci detestiamo. Oggi cè una spaccatura tra il nord e il sud Europa, dove il nord impone le riforme perché dà i soldi ai paesi che sono in difficoltà e il sud Europa che invece subisce queste riforme e chiaramente considera male chi in qualche modo impone la propria volontà, i propri modelli al proprio paese.” Giuseppe Ciulla
Il Passaparola di Giuseppe Ciulla, giornalista
“Un saluto agli amici del blog di Beppe Grillo, mi chiamo Giuseppe Ciulla, sono un giornalista, sono un autore televisivo e scrivo dei libri, lo faccio facendo dei viaggi, viaggi lungo i confini dEuropa, lho fatto in passato, lho fatto anche recentemente con un viaggio in Grecia.
Questo viaggio in Grecia finirà in un libro che uscirà nei prossimi mesi con Chiarelettere.
Perché la Grecia? Perché la Grecia è in questo momento il confine più disastrato, più malconcio e nello stesso tempo più affascinante, è più bello che ci sia da raccontare, è attraverso il racconto dei confini che si capisce cosè lEuropa in questo momento, lavevo scoperto un po di anni fa quando avevo fatto un viaggio lungo i paesi dellest europeo che erano entrati nellUnione Europea e abbiamo avuto conferma questanno con il viaggio in Grecia.
Ho cercato di fare un viaggio che sfuggisse un po a quelli che sono i cliché della crisi, che raccontasse ciò che giornali non raccontano. E tutto vero ciò che si dice intorno alla Grecia, è vero che la Grecia ha truccato i conti, è vero che ha migliaia di dipendenti comunali pubblici assunti con logiche clientelari, la Grecia ne ha fatte di ogni, su questo non cè dubbio. Dopo di che cè un tessuto sociale, ci sono mondi che nessuno racconta, che i giornali non raccontano e che sono totalmente sconosciuti soprattutto nei palazzi di vetro, nei palazzi che contano, ai tecnocrati europei, a Bruxelles, a Strasburgo, a Francoforte, allora questo viaggio. Durante questo viaggio, ho capito come la Grecia in realtà non è un paese occidentale come lo intendiamo, ma la Grecia è un popolo, più che una nazione, è un popolo che vive costantemente con lo sguardo rivolto a est, per questo probabilmente non è da considerarsi occidente così come noi lo intendiamo. Lo sguardo rivolto a est vuol dire rivolto a una capitale perduta, a Bisanzio, a Costantinopoli, la Grecia è la Grecia degli scambi di popolazione. Metà della popolazione che vive in Grecia è arrivata nel 1923 con gli scambi di popolazione arrivati dallAsia minore, con la Turchia, dal Ponto, dal Mar Nero, dal Caucaso persino dopo i conflitti in Caucaso e sentire questi racconti è straordinario, sentire come la seconda generazione, i figli di quelle persone che hanno vissuto questi viaggi vivono ancora con lo struggimento per la capitale perduta, per Bisanzio è meraviglioso.
Trai mondi sconosciuti che ho visto, che ho potuto toccare con mano in questo viaggio, cè quello che riguarda un piccolo paesino nella Tracia, quindi al confine tra la Grecia e la Turchia, che poi è il confine tra lUnione Europea e ciò che non è Unione Europea. Questo paesino è abitato dai Pomacchi. I Pomacchi sono bulgari di fede islamica. In questo paesino cè Mufti, un religioso islamico che tutte le volte che ha notizia che uno straniero che arriva dal Medio Oriente o dallAfghanistan che cerca di passare il fiume Ebros che divide Turchia e Grecia e tutte le volte che uno di questi stranieri muore nel fiume e purtroppo capita spesso, lui si fa 100 chilometri con il suo camioncino, va a recuperare il corpo, la salma di questo straniero che chiaramente non è reclamata da nessuno e lo seppellisce nel suo paesino, ha creato un cimitero di circa 400 tombe.
Nessuno sa la storia di questo uomo, eppure credo che lEuropa dovrebbe conoscere meglio la vera pelle della frontiera che è fatta del coraggio di uomini come questo Mufti o del fatalismo anche che molti greci hanno nellaffrontare la crisi e nellaffrontare questo momento.
Ho visto la depressione che cè a Atene da cui ho cercato di sfuggire tutte le volte che potevo e il disincanto che si incontra invece in altri luoghi della Grecia, in montagna, del Lidia, nella regione forse più povera della Grecia, nellArcadia, nel Peloponneso, sono tutti luoghi dove è vero, la crisi cè, nessuno può negare che ci sia, ma viene affrontata con una leggerezza, con un disincanto, che ti fa dire che nessuno morirà per lEuro, poi capisci che la questione è esattamente questo, che lEuropa è diventata solo lEuro. Non è lEuropa che avevamo immaginato. Quando la mia generazione, quella dei quarantenni viveva con il sogno, con il mito dellingresso in Unione Europea, si immaginava unEuropa che fosse inclusiva, che fosse un abbraccio per tutti i popoli europei, che desse opportunità di lavoro, di movimento, oggi siamo spaventati, oggi ci detestiamo. Oggi cè una spaccatura tra il nord e il sud Europa, dove il nord impone le riforme perché dà i soldi ai paesi che sono in difficoltà e il sud Europa che invece subisce queste riforme e chiaramente vede male, considera male chi in qualche modo impone la propria volontà, i propri modelli al proprio paese.
Questa non è lEuropa che avevamo in mente, ne siamo talmente spaventati di questa Europa che ragiona solo intorno allEuro e non attorno alle identità, ai popoli che la compongono che infatti i paesi dellarea balcanica, i paesi dellest europeo che sono entrati nellUnione Europea non lo vogliono neanche lEuro, con il cavolo che accetteranno questa moneta perché significa sacrifici!
Ho seguito anche per esempio lultima tornata elettorale, la cosa interessante era che era bastato semplicemente il sospetto che Syriza, la principale forza di sinistra, il principale raggruppamento dei partiti di sinistra che è passato dal 4 al 27% in pochi mesi, il sospetto che questa forza politica potesse chiedere luscita dalla Grecia dallUnione Europea per far balzare questa forza politica dal 4 al 27%.
In realtà Syrizza non laveva mai detto, ma laveva lasciato intendere in qualche modo, certamente lEuro è visto come una gabbia ormai, non soltanto dalla Grecia ma anche da altri paesi europei, in fondo anche in Spagna, in Italia, anche in molti paesi in difficoltà ci si domanda: ma che ci siamo entrati a fare se questa è lEuropa, che ci siamo entrati a fare se questa roba vuole dire così tanti sacrifici. Non so se la Grecia uscirà dallEurozona, non so se fallirà, quello che so è che se dovesse fallire il popolo greco, affronterebbe questo passaggio da una parte chiaramente con i drammi che ne verrebbero fuori, ma anche con una leggerezza che agli altri popoli europei è sconosciuta. I greci sono abituati a vivere in spazi amplissimi, sono stati dentro la dominazione bizantina, poi sono stati dentro limpero Ottomano, il concetto di Stato così come gli è stato imposto è un po stretto al cittadino greco, se anche dovessero uscire dalla zona Euro, mi ha detto per esempio un monaco che ho incontrato sul cammino per il Monte Athos: Viviamo con mille Euro, vivremo con 500 Euro. Io credo che nessuno in Grecia morirà per lEuro.
Se le cose che mi ho detto vi hanno interessato, passate parola!”