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Passaparola: Guerra all’ISIS, di Aldo Giannuli

beppegrillo.it - Aprile 4, 2016

>>> Oggi a partire dalle 18.30 sarà trasmessa sul Blog la diretta streaming “#Trivellopoli” del raduno dei portavoce del MoVimento 5 Stelle con i cittadini al centro Olio in Val d’Agri a Viggiano dell’Eni in Basilicata per denunciare lo scandalo Guidi e il conflitto di interessi del governo e chiederne le immediate dimissioni. Domani mattina alle 8 i parlamentari del MoVimento 5 Stelle saranno al giacimento della Total di Tempa Rossa per un’ispezione. <<<

di Aldo Giannuli, saggista, storico, esperto di politica estera

Molti si chiedono perché l’Occidente stia perdendo la guerra contro il terrorismo islamico. La risposta è molto più semplice di quanto non si creda: perché non si può battere un nemico che non si conosce e non si capisce.

L’obbiettivo dell ISIS
L’obiettivo che si attribuisce al fondamentalismo islamico è quello di conquistare il mondo, sottomettere l’Europa. Questa è propaganda, non è questo quello che i dirigenti dell’Isis hanno in testa. Hanno in testa un piano politico molto più realistico, molto più concreto: avere un Paese che sia una grande potenza di area e l’Isis vuole fare questo Paese di area con una forte caratterizzazione islamica, fondamentalista. Questo è il disegno!
Il vero nemico dell’Isis non siamo noi, il vero nemico dell’Isis sono le classi dirigenti nazionali arabiche che loro vogliono sostituire. Noi siamo un nemico di rimbalzo, loro ci attaccano per dimostrare altre masse arabe che la vera reazione dei credenti contro i crociati (che saremmo noi) la fanno loro. Invece gli altri sono corrotti, venduti all’occidente cristiano.

Una super potenza islamica
Il problema degli islamici in generale è di essere frammentati in una quantità di paesi nessuno dei quali ha un peso internazionale particolare. Loro cercano di conquistare e destabilizzare i regimi arabi che sono a est del Canale di Suez fino alla Turchia e all’Iran. Pensano di unificare in qualche modo Iraq, Siria, Libano, Giordania, qualche altro pezzetto. Resta da capire il rapporto con l’Arabia Saudita, ma già questa area che potrebbe essere definita il Sunnistan (il paese dei sunniti) sarebbe una cosa che potrebbe andare intorno ai 100 milioni di abitanti con una produzione petrolifera in qualche modo quasi di 1/3 di quella mondiale. Un Paese con 100 milioni di abitanti e con quelle risorse petrolifere e finanziarie diventa una potenza mondiale anche perché diventerebbe il punto di riferimento degli altri paesi islamici

Come combattere l’ISIS
C’è chi dice: “Bruxelles è una città in stato di guerra“. Hollande subito dopo l’attentato del Bataclan, andò in Parlamento dicendo “siamo in guerra. C’è una retorica della guerra che io non condivido. In che senso? Sicuramente una guerra c’è. Siamo aggrediti e su questo non c’è dubbio. Una guerra c’è quando c’è un contrasto, noi questo contrasto obiettivamente lo stiamo sbagliando completamente. Si passa da attegiamenti di isteria militare per cui si pensa che se mandiamo un corpo di spedizione in Siria a spazzare via l’Isis cessano gli attentati anche in Europa a atteggiamenti di totale impotenza. La partita è tra quello che è il riassetto del Medio Oriente, dove non si può non fare i conti con i paesi arabi esistenti e quella che è la situazione della sicurezza in Europa, dove la partita, è una partita essenzialmente di intelligence e di recupero del consenso tra gli immigrati islamici.

Il gioco sporco dei servizi belgi
Parlare di guerra dà la sensazione che noi siamo in guerra con l’Islam e quindi con i nostri immigrati. E’ un errore gravissimo. Ci sono state polemiche molto forti sull’intelligence belga e il suo operato. Non credo che si tratti solo di incapacità (che in buona parte c’è), si tratta anche di altro. I servizi belgi hanno fatto un gioco sporco con il terrorismo islamico, consentendogli di muoversi con grande liberalità in Belgio, di usare il Belgio come retrovia degli attentati in Francia e di stabilire il quartiere generale della Jihad in Europa in cambio del fatto che non avrebbero fatto attentati sul terreno metropolitano belga.
Questo è un comportamento da un lato definibile “tradimento” degli alleati, dall’altro denota anche una mancanza di intelligenza perché prima o poi questa intesa sarebbe saltata come è saltata per l’arresto di Salah ed a quel punto c’è stata la reazione che c’è stata. Questo è il prodotto di un gioco sporco e sbagliato dell’intelligence belga.

La situazione in Italia
La nostra intelligence è, al pari di tutte le altre intelligence europee, in una fase di calo della sua capacità di intervento e di gestione della situazione. Fin qui l’Italia è stata risparmiata per una serie di ragioni: perché non siamo stati in prima linea nelle varie guerre mediorientali e il terrorismo islamico si è appuntato su quei paesi come la Francia, Inghilterra, in parte la Spagna anche che erano in qualche modo esposti per una ragione o per l’altra su questo fronte. In secondo luogo l’Italia è protetta da una situazione eccezionale. Dal fatto che c’è il Vaticano che certamente è un obiettivo, però è anche una straordinaria rete informativa sparsa per tutto il mondo, quindi un prezioso alleato da questo punto di vista.
C’è l’Eni che è molto presente in Medio Oriente e quindi ha flussi informativi privilegiati e infine c’è anche una malavita organizzata che ha interesse a che non succeda nulla da noi per non avere poi ha pressione delle forze armate, della Polizia che disturberebbe anche i suoi traffici.

Stop alla complicità dei Paesi del Golfo
Uno degli aspetti importanti della ragione per cui stiamo perdendo questa guerra è il fatto che tutti ormai ci diciamo a mezza bocca che l’Isis è aiutata dalle petro-monarchie del golfo Arabia Saudita, Qatar, Kuwait.Il discorso riguarderebbe anche la Turchia peraltro. Il paradosso è questo che tutti ce lo diciamo, però nessuno prende una qualche iniziativa per costringere i paesi della penisola arabica a uscire da questa situazione che nella più benevola delle ipotesi, è ambigua, se non addirittura di aperta complicità.
Fare adeguate pressioni anche molto energiche sui paesi della penisola arabica è il primo passo da fare per isolare l’Isis e iniziare a distruggere il califfato e nello stesso tempo rallentare la sua espansione nel mondo. L’Isis ha un bilancio che supera sicuramente i 500 milioni di dollari, quindi attenzione perché abbiamo di fronte anche un gigante finanziario!

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