Qualcuno si chiederà che fine ha fatto il reddito di cittadinanza. La solita fine delle buone leggi. Impantanata alla Commissione Lavoro presieduta da Annamaria Parente che non ha avuto il tempo di metterla in discussione prima della chiusura del Senato. Doveva prima avviare le varie porcate del Jobs Act. La Parente è piddina (e ti pareva) e al Pd dà fastidio una legge che tutela le fasce più povere dei cittadini italian ed elimina il rapporto di sudditanza.
Il reddito di cittadinanza è un diritto, non un’elemosina come gli 80 euro del ciarlatano di Rignano. Tutte le nazioni della UE ne dispongono tranne la Grecia e la stessa UE ha chiesto all’Italia a suo tempo di adottarlo. I partiti invocano “Ce lo chiede l’Europa” solo quando devono tutelare i loro interessi. Riepiloghiamo (ma è tutto descritto in questo minisito):
Il reddito di cittadinanza è pari a 780 euro al mese (definito come soglia di povertà dalla UE)
– non è incostituzionale
– non è assistenzialismo ma aiuto (dovuto) alle fasce più deboli
– non può essere cumulato in presenza di altri redditi
– ne hanno diritto i cittadini italiani
– viene perso dopo tre offerte di lavoro rifiutate
– le coperture finanziarie pari a 17 miliardi sono state trovate con tagli agli sprechi
La Parente dopo le vacanze estive non ha più scuse (si riposi nel frattempo…).
I cittadini italiani in difficoltà economica potranno rivolgersi a lei per accelerare le procedure sicuri di trovare ascolto che sicuramente verrà dato.
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