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Il Blog di Beppe Grillo
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Niki non c’è più

beppegrillo.it - Novembre 8, 2008

Questa testimonianza di una madre che ha perso suo figlio è forse la più agghiacciante che il blog abbia mai pubblicato.
Ascolto le sue parole e non ci credo.
Un ragazzo incensurato, arrestato, tradotto in un carcere di massima sicurezza con l’impossibilità di parlargli, di contattarlo. Tre giorni dopo muore. Si è suicidato, secondo le fonti ufficiali.
Non penso che possa succedere in uno Stato che si dice democratico. Vorrei ascoltare il pm, chi ha convalidato l’arresto, il direttore del carcere, l’avvocato. Voglio ancora credere in un tragico errore.

Testo:
“Mio figlio è stato arrestato il 19 giugno 2008 a Cattolica. E da quel giorno io non l’ho più né potuto vedere né sentire e mi è stato arrestato e poi quando l’ho potuto rivedere non lo auguro a nessuna mamma, come l’ho rivisto! Mio figlio era stato arrestato per un’ipotesi di reato era in custodia cautelare. lo dice il nome stesso, custodia! Mio figlio me lo dovevano ridare in piedi, così come l’avevano prelevato. Invece da appena arrestato tutto si è complicato, nulla è più stato normale, mi è stato detto che era stato arrestato e tratto nel carcere di Rimini e solo al giorno dopo spostato al carcere di Sollicciano (FI) perché doveva essere interrogato dai magistrati. Primo passo non vero: mio figlio non è mai stato a Rimini. Mio figlio è stato arrestato e il suo primo ingresso in carcere l’ha fatto soltanto a Sollicciano, alle 19:45, arrestato a Cattolica, chiamato dalla madre del titolare dell’azienda per la quale cui mio figlio lavorava perché era stato arrestato suo figlio la sera prima. Quindi gli aveva chiesto se per favore andava dall’avvocato per vedere cos’era successo.
Mio figlio, in perfetta buona fede, senza tentare di fuggire ma andando direttamente da questo avvocato a Cattolica, quand’è sceso ed è uscito dalla porta è stato arrestato. Da quel momento non ha avuto più contatti con la famiglia. Nel verbale d’ingresso al carcere di Sollicciano si legge che il ragazzo dichiara di avere l’avvocato, di aver fatto la telefonata alla famiglia, ma io non ho ricevuto nessuna telefonata da Sollicciano, e si dichiara che per qualunque evenienza o necessità si doveva avvisare la mamma. Cioè me. Perché io non sono stata avvisata? Io sono venuta a saperlo solamente il giorno dopo. Mi è stato detto che era stato trasferito. Va bene, cominciano le telefonate per farmi pressione per cercare di farmi cambiare avvocato. Ho cercato di sapere chi era l’avvocato dell’azienda, per vedere che cosa stesse succedendo, perché su di me in quel momento è crollato il mondo addosso! Mi sfuggiva tutto. Allora ho telefonato all’avvocato aziendale Marcolini, il quale mi aveva detto che Niki era stato arrestato ma nemmeno lui sapeva niente. Era necessario aspettare l’interrogatorio per sapere di che cosa fosse accusato. Io volevo salire a San Marino poiché io vivo ad Avezzano, ma l’avvocato mi ha detto: “No signora, tanto non lo può vedere non ci può nemmeno parlare perché ci sono tre giorni di isolamento”. Quindi soltanto lunedì mattina quando sarà interrogato, sapremo di cosa è accusato. Nel frattempo si facevano pressioni per il cambio dell’avvocato, io ho insistito dicendo “Perché?” Quindi la domenica non ce la facevo più, salgo allo studio di questo avvocato, parliamo e gli ventilo il fatto che forse era stato inviato a Niki un telegramma nel quale lo si invitava a cambiare avvocato. Marcolini mi ha detto di non preoccuparmi perché ai detenuti in isolamento non vengono recapitati nemmeno i telegrammi. Perché invece il telegramma gli è stato dato? Telegramma che io ho potuto vedere soltanto pochi giorni fa (novembre 2008 n.d.r.) su cui c’è scritto: “Devi nominare l’avvocato tal..” Devi! Era un ordine. Ebbene mio figlio durante quei tre giorni ha cambiato avvocato, nominando quello indicato sul telegramma. Marcolini nel frattempo era stato ricusato.
Durante l’interrogatorio scende questo nuovo avvocato e mi dice che Niki in quel momento si doveva avvalere della facoltà di non rispondere come hanno fatto gli altri, però sta parlando. Gli avvocati che avevo portato io se ne vanno, io resto lì fuori ad aspettare, dopo un po’ vedo il blindato della polizia che si muove per andare a riprendere mio figlio, e io ho rincorso il blindato. Lo volevo vedere mio figlio, noi ci capivamo anche solo con lo sguardo, gli volevo dire Niki non ti preoccupare io sto qua. Ma loro dal blindato mi hanno allontanato con una violenza inutile. Mi dicevano: “S’allontani senno arrestiamo pure lei, deve stare ad almeno venti metri di distanza dal blindato” ho visto uscire mio figlio, lui si è girato verso di me e loro gli hanno girato la testa dall’altro lato. Chi avevano arrestato? Un ragazzo di 26 anni incensurato! Non aveva mai avuto problemi con la giustizia. Mai! Era la prima volta! Che succedeva di male se mi guardava? E’ stato l’ultimo sguardo che abbiamo avuto. Dopo di ché ho aspettato questo nuovo avvocato, era una donna, e le ho detto: “Ma che ha detto Niki? Che è successo?” Lei mi ha risposto: “Niki ha voluto parlare dicendo, io voglio collaborare perché da qui io voglio uscire. Quindi io l’ho lasciato parlare. Io le ho chiesto come stanno le cose? Lei mi ha risposto: “signora io devo studiare il caso ho avuto l’incarico soltanto l’altro giorno…” esattamente quello che mi avevano anticipato gli avvocati aziendali con i quali avevo parlato io. Chiaramente lei non poteva sapere… Io poi avevo anche dei panni da portare nel carcere, chiaramente Niki non aveva con sé niente. Io ho di nuovo pregato l’avvocatessa e le ho detto: “veda se riesco a parlargli un solo minuto, anche davanti a voi, a me non importa ho anche i panni”. L’avvocato si attiva ma in realtà vengo a sapere che anche per i panni servono 48 ore. In un supercarcere. Perché la mia domanda è: perché mio figlio è stato portato in un supercarcere? Primo ingresso, un ragazzo incensurato. Mio figlio non si sarebbe suicidato e meno che mai senza lasciarmi niente di scritto. Qui non quadra niente! In un’inchiesta così grande i gestori di telefonia che ruolo hanno avuto in tutta questa storia? Perché non sono nominati? Nella custodia cautelare sono nominati. Oltre ai siti internet, lavoro che mio figlio faceva benissimo, era stato messo anche nei rapporti coi gestori di telefonia. Ma perché anche sui giornali non sono mai usciti? E perché non è stata chiesta la rogatoria a San Marino? Allora io vado nella casa di un ladro, lo arresto però io non cerco nell’appartamento la refurtiva. Vi sembra normale? La rogatoria serviva per acquisire i computer per capire quello che realmente succedeva. Perché non è stata fatta? Dopo venti giorni dal decesso ho mandato mio marito e mio cognato per parlare col titolare dell’appartamento nel quale viveva mio figlio a San Marino. Ebbene l’appartamento era stato completamente svuotato. Non c’era più nemmeno un calzino di mio figlio. Io non ho potuto nemmeno sentire il profumo di mio figlio. Allora chi ha avuto interesse a svuotare l’appartamento? Le diciassette persone che sono state arrestate per le quali la posizione si poteva appesantire? O chi invece ancora temeva di finire in manette per ciò che mio figlio custodiva dentro quei computer? Scomparsi con tutto! Tutto! Io non ho più neanche le chiavi di casa mia. Come faccio a difenderlo? Come faccio a capire cos’è successo se io non ho più niente? Come faccio? Aiutatemi, io non ce la faccio! Chi ha inviato il telegramma e chi è andato a rubare è manovalanza lo capiamo? Con pochi soldi si possono far fare queste cose. Io voglio capire chi ha dato l’ordine di cambiare l’avvocato a mio figlio. Chi ha dato l’ordine di ripulire l’appartamento. Io voglio sapere chi c’è dietro! Non ci possiamo continuare a nascondere dietro ai mostri parlando di nomi. Ci sono intercettazioni telefoniche? Allora la telefonata che parte da un numero e arriva ad un altro sono due persone che parlano. Se io e lei parliamo perché vengo arrestata soltanto io? Però questi nomi eccellenti a metà luglio stavano ancora al loro lavoro a fare quello che facevano prima. Mio figlio dal 24 giugno sta sotto due metri di terra. Il dottor Franco Corleone, garante dei detenuti del carcere di Sollicciano, ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Repubblica, che lui aveva parlato col direttore del carcere, il quale ha detto che mio figlio, dopo il passeggio – perché qui è importante sapere le ore – i passeggio sono dalle nove e mezza alle dieci e mezza. Mio figlio aveva usufruito di quest’ora d’aria e dopo, secondo la versione ufficiale del suicidio, è rientrato nel bagno e si sarebbe impiccato. Nell’intervista, Franco Corleone, ha aggiunto: “Sa, Niki aveva anche dato dei segni di cedimento psicologico perché aveva cambiato avvocato” Non era un cenno di cedimento caro dottor Franco Corleone, gli hanno ordinato di cambiare avvocato. Perché lui non l’avrebbe cambiato. Il dottor Franco Corleone, col direttore del carcere di che cosa ha parlato? Perché l’autopsia ha stabilito che il decesso è avvenuto alle 10. I soccorsi del 118 sono stati chiamati alle 11:15. Allora lo potevate salvare? Si poteva salvare? Credetemi! Non coincide nulla! Nei verbali che mi ha ridato il carcere con un’archiviazione, mi chiedo, come si fa ad archiviare una cosa che non quadra in niente? Mio figlio il giorno prima della morte aveva chiesto di essere messo in una cella con detenuti italiani, possibilmente non violenti. Cosa significa? Che ci teneva alla sua vita o no? Secondo me ci teneva senno avrebbe detto: “Mettetemi con chi volete” so io cosa avrebbe voluto fare se avesse voluto suicidarsi. I verbali dei due compagni di cella di Niki non quadrano. Uno chiede all’altro: “Niki dov’è? Niki è andato ai passeggi” Nella deposizione dell’altro detenuto alla stessa domanda risponde “Niki è in bagno a lavare i panni”. Mi chiedo dov’era Niki? Inoltre c’è anche un verbale di un agente di custodia cautelare in cui dice: “Niki discorreva con me, era molto sereno. Mi diceva quando mi interrogheranno di nuovo?” Secondo l’agente questo colloquio avvenne alle 10. Ora del decesso. Mi chiedo: quando ci ha parlato questo agente con mio figlio? E dove perché non è specificato? Io vi prego giornalisti. Non date notizie idiote che sentiamo tutti i giorni in televisione, fate i giornalisti seri. Mettetecela la testa dentro a quelle carceri. Io leggendo “Informa carcere” ho letto che durante all’ora d’aria succede di tutto perché è il momento in cui tutte le celle sono aperte in cui un detenuto può andare in un’altra cella. Mio figlio doveva essere custodito. Chi l’ha custodito? ” Ornella Gemini
Blog di Ornella Gelmini: nikiaprilegatti.blogspot.com

Scarica "La Settimana" N°44-vol4
del 1 novembre 2008

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