L’Assemblea dei Creditori ha approvato ieri a grande maggioranza il Piano Concordatario presentato da Atac. Lo spettro del fallimento dell’azienda è stato evitato.
Oggi 11.000 lavoratori e 2200 creditori di questo gigante azzoppato, che a settembre 2017 era ormai stremato al suolo, possono guardare al futuro con fiducia, forti non solo del voto favorevole appena acquisito dai Creditori, ma soprattutto dei risultati industriali ed economici che il percorso di risanamento iniziato un anno fa sta portando.
L’anno 2018 sarà infatti ricordato come il primo storico anno con chiusura positiva del conto economico, ma soprattutto del primo anno in cui il MOL si attesta sopra i 70 milioni di euro e per la prima volta paga gli ammortamenti, garantisce l’esecuzione degli investimenti e si ritorna ad assumere.
Atac è pronta per il futuro e con l’ingresso di 227 nuovi bus (+ 25 minibus elettrici nel centro storico) nel 2019, prima tranche dei 600 previsti, sarà progressivamente in grado di fornire un servizio di trasporto finalmente all’altezza della Capitale d’Italia.
La sintesi del Piano Industriale 2018/2021 è rappresentata dai suoi sei pilastri: l’incremento della produzione chilometrica e della qualità del servizio offerto consentono di aumentare i ricavi da percorrenze chilometriche, con la trasformazione digitale dell’azienda e il riposizionamento commerciale sviluppiamo i ricavi da vendite di biglietti, con l’incremento dell’efficienza e produttività si lavorea sui costi e infine attraverso un nuovo rapporto con i dipendenti si prepara il terreno per l’Atac del futuro.
Tra il 2017 e il 2021 il Margine Operativo Lordo crescerà più che significativamente: da 56 mio a 103 mio/aa ( + 84%) al netto delle partite non ricorrenti ed a parità di perimetro, senza bisogno di alcun aumento tariffario.