“La dieta vegana è migliore di quella “onnivora” e poterla rispettare è un diritto, anche allasilo nido. Così si è pronunciato il Tribunale amministrativo regionale dellAlto Adige, accogliendo il ricorso di una giovane madre di Merano che allo stesso Tar si era rivolta dopo che il figlioletto era stato espulso dalla struttura.
La battaglia legale
La battaglia giudiziaria era iniziata nello scorso mese di febbraio, quando la donna aveva impugnato la determinazione dirigenziale con la quale il Comune di Merano aveva allontanato il bambino dallasilo nido. Un provvedimento al quale la dirigenza scolastica era giunta dopo che la madre, che si era vista negare pasti vegani per il suo bambino, si era rifiutata di produrre certificati medici e risultati di analisi cliniche che ne comprovassero il buono stato di salute.
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Due tesi
Davanti al Tar due tesi: quella, se vogliamo un po, tradizionalista della pubblica amministrazione, secondo la quale la dieta vegana sarebbe pericolosa per un minore, specie in età prescolare, per il quale non varrebbero le direttive ministeriali in quanto rivolte alla scuola e non allasilo nido. Dallaltra le ragioni di una giovane madre, attenta ai trend ma, con tutta evidenza, anche molto aggiornata sulle ultime novità scientifiche, tanto da dimostrare in sede di giudizio la superiorità dellalimentazione vegetale rispetto a quella «onnivora» e che la determinazione della dirigenza scolastica di Merano andava contro norme costituzionali e direttive ministeriali, imponendo un onere iniquo – la produzione dei certificati medici – e mettendo in atto una discriminazione, lespulsione del bambino, sproporzionata e illegittima. Il Tribunale amministrativo dellAlto Adige ha, infatti, accolto la richiesta della donna, obbligando la dirigenza scolastica a riammettere il bimbo e condannando il Comune di Merano al pagamento delle spese legali.
Sentenza storica
Carlo Prisco, avvocato della giovane madre, parla di «pietra miliare» nel riconoscimento del diritto allalternativa alimentare etica, che è un diritto di origine costituzionale. «Non occorre nessuna certificazione per ottenere il pasto vegano a qualsiasi età, i genitori vegani non possono essere oggetto di discriminazioni, nemmeno mediante limposizione di condizioni o adempimenti ulteriori o differenti rispetto a quelli richiesti a tutti gli altri». «Questa pronuncia – aggiunge il legale – sarà daiuto in tutti i casi futuri in cui gli istituti e le pubbliche amministrazioni cercheranno dimpedire ai cittadini di esercitare il proprio diritto a compiere scelte alimentari etiche».