La casalinga di Voghera si sta svegliando dal torpore televisivo. Il marito sta limando gli zoccoli in garage. L’istigazione al consumo berlusconpopolare la lascia perplessa. I debiti che ha accumulato piena di fiducia nelle panzane di Giordano, Belpietro e Fede non la fanno più dormire di notte, ma la colpa è sua se il Paese non riparte. Sente uno strano odore nell’aria, e non è Chanel numero 5. Ed è diventata più sospettosa da quando è stato lasciato a casa il maestro Pregadio dalla Corrida. Belin. Se alla casalinga di Voghera togli Roberto Pregadio è l’inizio della fine.
“Caro Beppe,
qui in Inghilterra è già il ‘29. Il 5 gennaio ha chiuso Woolsworth (27.000 dipendenti), supermercato di esperienza decennale, dei prodotti accessibili alla working class, l’ideale per la casalinga di Voghera, si direbbe da voi.
Seguiranno chiusure di altre grossi reti commerciali. Gran parte delle maggiori banche sono gia’ state ‘nazionalizzate’ dal governo. I prezzi delle case sono crollati. A Londra non si vende più neanche un garage. Il cibo è in flessione. Ma i soldi valgono anche meno. La sterlina è crollata. Carta straccia come il marco tedesco ai tempi della Repubblica di Weimar. Entro il 2009 un milione e centomila dipendenti saranno disoccupati. Alla City hanno cominciato già. Dovrei piangere, allora? Macché che me la rido alla grande!
Questa crisi ci voleva. E’ un toccasana per tutti. La vendetta delle persone oneste e che basano la loro economia sul lavoro per gli altri e non sul consumo per sè e basta. Io, come medico, ho sempre lavorato tanto (ben piu’ di 40 ore a settimana), non ho mai fatto debiti, ho sempre cercato di evitare le cafonate della casalinga di Voghera ( vacanze ai tropici, ristorante ogni sabato sera, week end sulla neve, etc.) basate sul credito illimitato per tutti. E questo è il punto. E’ la fine dell’ideologia del mercato di massa.
Dagli anni Ottanta in poi, il delirio capitalista aveva disegnato una società di mercato incentrata sulla figura standard della cosiddetta casalinga di Voghera, una persona banale, spesso pigra, consumatrice di 4 o 5 ore di televisione al giorno (di solito telenovelas importante da Berlusconi, qui da noi programmi tipo East Enders o Coronation Street) che doveva avere diritto a tutto per poter comprare tutto e quindi arricchire i pochi veri ricchi del pianeta. A poco poco tutte le cose più importanti della vita come salute, cibo, casa, persino il riposo dal lavoro e il sesso sono diventati un prodotto di mercato. La casalinga non doveva più lavorare e produrre, ma solo consumare ed esigere con cipiglio d’avvocato che tutti i prodotti venissero venduti sotto massima garanzia e tutela per il suo godimento giornaliero. Professionisti con anni di esperienza e competenza come me, costretti a trattare i loro incontentabili clienti (ad un certo punto anche i “patients”, dal greco pazein, soffrire, sono diventati “customers”) come managers di un supermercato che dovevano ‘vendersi nel migliore dei modi (look compreso), anziché essere ringraziati per la loro dedizione quotidiana e perdonati se magari perdevano le staffe con un paziente isterico dopo cento ore di guardia. E quei pochi che lavoravano di più, rischiavano di più, fino a stramazzarci pure sul lavoro. Nella migliore delle ipotesi si beccavano una denuncia instigata da famelici avvocati che sfruttavano il forte senso del diritto della feroce casalinga di Voghera. Incluso il diritto a vivere sempre e con la freschezza di una giovane di vent’anni.
Vivere sempre sani e giovani, mangiando tutto ciò che si voleva (con l’aiuto della trans-genetica di lusso), con il telecomando attaccato al culo, il disco satellitare, le vacanze cheap alle Barbados, i figli fuori dalle balle, meglio se in affidamento, i libri usati come supporto per il tavolino traballante ( bastava la cultura di Bruno Vespa o Emilio Fede). Il marito della suddetta idem, con la panza ancora più debordante e una sola differenza: la Gazzetta dello Sport e il calcio su Sky.
Questo era l’ideale del consumatore su cui si basarono gli inventori del ‘mercato libero’ negli anni ’80, tra cui, in Italia, il furbissimo Berlusconi. Tutt’oggi quello è il profilo di gente su cui si basano le campagne elettorali. Silvio lo sa benissimo. Conquista le casalinghe di Voghera e i loro mariti pallonari e il paese sarà tuo!
Ovviamente queste emerite teste di ca..o, che nella vita non hanno mai studiato nè lavorato per davvero, non potevano sapere che un’economia sana si basa sulla produzione e non solo sul consumo.
Oggi la bolla e’ scoppiata. La casalinga di Voghera tornera’ a lavare i piatti infiniti che ha lasciato in cucina, il marito pallonaro tornera’ a fare il tifo dai bordi del campetto di rione, con sciarpetta e berretto basco alla Fantozzi. I veri ricchi speculatori che li hanno presi per il culo per vent’anni e adesso lasciati in un pozzo di debiti, fanno marameo. Tanto hanno già la casa ai tropici dove ritirarsi e vivere il resto dei loro giorni con buona pace dei milioni di cretini che hanno fregato con i loro consigli per gli acquisti.
Io sono sopravvissuto perché come pochi altri, ho evitato di consumare e mi sono buttato a produrre con il mio lavoro più che potevo. Oggi non ho debiti, e non ho né azioni o titoli finanziari. Ho sempre diffidato della società di mercato. Però adesso quella casalinga e il marito Fantozzi, che credevano di essere ricchi solo perche’ avevano dieci carte di credito, mi fanno pena. Io li vorrei aiutare perché derubarli e imbrogliarli è stato come derubare e imbrogliare un incapace d’intendere e volere. Se quei milioni di casalinghe di Voghera e mariti pallonari avessero studiato, si fossero fatti il culo sul lavoro e si fossero tenuti informati da informazione vera anzichè dalle cagate di Bruno Vespa e Mike Bongiorno, nessun ladro li avrebbe raggirati e stuprati. Ecco allora, li aiutamo? Le rivoluzioni si cominciano con le forche. Le prime cento gliele pago io, purché le usino bene su per la natiche di quelli di sopra.” Giovanni Dalla-Valle