“Per colpa del Governo del fossile due spade di Damocle pendono sulla testa degli italiani. Si tratta della riforma del mercato elettrico e di quella delle tariffe nella bolletta elettrica, già appesantita dal canone Rai.
Con la prima, contenuta nel ddl Concorrenza, 20 milioni di clienti domestici e 4 milioni di PMI subiranno nei prossimi anni un aumento dei costi dell’energia elettrica intorno al 30%. Questo perché verrà abrogato dal 1 gennaio 2018 il servizio di maggior tutela del mercato elettrico, fornito dall’Acquirente Unico, che garantisce l’acquisto di grandi quantità di energia elettrica e la successiva vendita ai clienti ad un prezzo tutelato. Senza questo servizio pubblico fondamentale, famiglie e piccoli imprenditori saranno gettati in pasto al mercato libero, e dovranno scegliersi il fornitore privato senza alcuna protezione pubblica. Si verranno a moltiplicare i casi di abusi e truffe ai danni della clientela, come già accade nel settore della telefonia. Liberalizzare è utile solo in determinate circostanze, non certo quando il servizio pubblico funziona e si occupa di una bene strategico come l’energia. Nel caso i clienti non scelgano un fornitore privato, verranno dirottati sul “servizio di ultima istanza“, ancora più costoso rispetto al mercato libero. Su questo il M5S è intervenuto con un emendamento a prima firma Gianni Girotto, che mirava a garantire al cliente che non sceglie la possibilità di essere rifornito non dal servizio di ultima istanza ma da una fornitura il cui costo viene individuato tramite delle aste internazionali di acquisto di energia. L’emendamento, naturalmente, è stato respinto dalla maggioranza.
VIDEO Il #CanoneRAI in bolletta è illegittimo!
Con la riforma della bolletta energetica contenuta nel decreto Milleproroghe, invece, il Governo modifica sin da ora la struttura delle componenti tariffarie della bolletta elettrica. Dato che il peso della parte fissa, che dipende dalla potenza del contatore, viene aumentato a danno di quella variabile, che riguarda il consumo di energia, si nega il concetto di progressività della tariffa, “più consumi e più paghi“, grazie al quale si scoraggiano gli sprechi di energia e si incentivano gli interventi di efficientamento e risparmio. È un attacco diretto all’autoconsumo e all’efficienza energetica, e a pagarne il prezzo più alto saranno le piccole e medie imprese che hanno investito in questi settori, e in particolare nelle energie rinnovabili. Saranno favoriti i produttori e i distributori di energia elettrica da fonti fossili e, di conseguenza, le emissioni in atmosfera, causa principale dello smog, degli effetti del cambiamento climatico e delle malattie causate dall’inquinamento.
Tutto ciò è solo l’ultimo atto di un’azione di Governo che ha sfavorito le energie pulite e che ha sposato le fonti fossili, mantenendo 13,2 miliardi di incentivi già in essere e rifiutando qualsiasi proposta del M5S, a partire dalla stabilizzazione fino al 2020 dell’Ecobonus.
L’Italia, in controtendenza rispetto al resto del mondo, non solo non vede crescere investimenti ed occupazione nei settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, ma ha addirittura invertito il senso di marcia, e sta perdendo terreno. Lo testimoniano i dati di Bloomberg sugli investimenti nelle energie pulite del 2016. Mentre aumentano del 16% sul 2013 a livello globale, del 32% in Cina, in Europa l’aumento è solo dell’1%, e in Italia si assiste ad un crollo del 60%. Al dato sugli investimenti si accompagna quello sulle nuove istallazioni di impianti ad energia rinnovabile nel 2015. Il calo, in Italia, è addirittura del 92% sul 2014. Anche gli impianti fotovoltaici sono in crisi, mentre tirano in Inghilterra e tengono in Germania. Nel solare abbiamo perso in soli due anni più di 60 mila posti di lavoro.
I disastri economici di questo Governo sono dovuti anche alle politiche energetiche fallimentari che sta portando avanti sulla pelle dei cittadini italiani. Meno occupazione, meno investimenti e più costi sanitari a causa dell’inquinamento. ” M5S Senato