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“Questa settimana una senatrice italiana del Movimento 5 stelle, Cristina De Pietro, è riuscita a far approvare a livello internazionale una risoluzione sullimmigrazione che poggia proprio su questi principi quindi importante in occasione della sessione annuale dellAssemblea Parlamentare dellOsce, lOrganizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce Organization for Security and Co-operation in Europe nella terminologia anglosassone) che questanno si è tenuta a Baku, in Azerbaijan. LOsce è un ente internazionale che promuove la pace, il dialogo politico, la giustizia e la cooperazione in Europa, ne fanno parte 57 nazioni per un totale di 2 miliardi di persone, è quindi la più grande organizzazione regionale per la sicurezza.
Nella prima risoluzione internazionale della legislatura ad essere approvata a livello internazionale si esortano i paesi membri Osce che sono anche membri dellUnione Europea a riformare il cosiddetto sistema di Dublino e, in particolare, del Regolamento n. 604 del 26 giugno 2013. Questi prevedono che, per evitare che gli emigrati facciano domanda dasilo in più di un paese, nellUnione Europea, in Svizzera e Norvegia, lo Stato membro competente allesame della domanda dasilo generalmente è lo Stato in cui lemigrato ha messo piede per la prima volta. Dato che lItalia è il punto dingresso più gettonato, il problema dellimmigrazione nel nostro paese assume dimensioni ben più grandi che in Danimarca, Finlandia o nel Regno Unito. Ed infatti tra i 15 votanti che hanno rifiutato di approvare la risoluzione cè la Gran Bretagna ed alcuni parlamentari danesi e finlandesi.
Secondo costoro il tema dellimmigrazione deve essere di esclusiva competenza delle politiche nazionali e per i belgi il sistema di Dublino non avrebbe alcun bisogno di revisioni, giusto quindi che il carico resti sui paesi di prima accoglienza.
Il sistema di Dublino è dunque lennesimo accordo a livello europeo che finisce per penalizzare una nazione del sud, in questo caso lItalia, rispetto a quelle del Nord. Meno male che cè qualcuno che si è preso la briga di denunciare questa discriminazione attraverso i canali tradizionali e democratici della diplomazia invece di fare tanta caciara mediatica”.
Loretta Napoleoni, ilfattoquotidiano.it