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Il regno degli Algoritmi: saremo costretti a credere alle macchine

beppegrillo.it - Giugno 3, 2018

Forse non ci siamo resi conto che gran parte della nostra quotidianità è gestita da programmi informatici. Più precisamente da Algoritmi.

Ma questi algoritmi sono un po’ diversi da come immaginiamo.

Un programma classico è qualcosa che nella nostra mente assomiglia molto ad un esecutore di ordini. Ed è vero, i programmi tradizionali effettuano operazioni ripetitive, sono pensati per alleggerire il lavoro umano in singoli compiti.

Per questo per costruirli si deve conoscere bene il compito da impartire al programma. Per esempio, se devo fare un programma che traduca dal cinese all’italiano, devo conoscere bene entrambe le lingue e fare una serie di abbinamenti, di eccezioni e così via.

Questo succedeva fino a poco tempo fa.

Ora è l’era del machine learning. Per spiegarvelo basta ricorrere all’esempio di prima. Un team svizzero ha costruito un programma capace di tradurre dal cinese all’inglese perfettamente. Bene, nessuno degli informatici sapeva nè il cinese nè l’inglese. La tecnologia machine learning funziona diversamente. Gli algoritmi imparano da soli.

Siamo forse di fronte alle prime prove di Intelligenza Artificiale debole e non lo sappiamo?

Proprio in questi mesi, siamo di fronte ad algoritmi che stanno conquistando ruoli e lavori impensabili per noi esseri umani.

Qualche esempio? La FDA americana ha appena approvato la commercializzazione di un algoritmo che rileva le fratture del polso. Il software, chiamato OsteoDetect, identifica le fratture nei raggi X. Due diversi studi condotti hanno dimostrato che rileva meglio le fratture dei chirurghi ortopedici.

Questo non è il primo AI ad ottenere il via libera dalla FDA. Quest’anno l’agenzia ha dato il via libera a sistemi di diagnostica per malattie oculari e per rilevare gli ictus.

Il Regno Unito vuole costruire AI per la diagnosi del cancro per salvare vite umane. Il primo ministro Theresa May ha annunciato oggi l’intenzione di spendere milioni di euro per lo sviluppo di algoritmi in grado di individuare il cancro, aprendo a tutti i team di ricerca i dati medici raccolti dal Servizio Sanitario Nazionale.

Il piano è quello di diagnosticare 50.000 persone l’anno nelle prime fasi del cancro alla prostata, alle ovaie, ai polmoni, ecc. Il governo britannico stima che la diagnosi precoce di questi tumori potrebbe prevenire fino a 22.000 decessi all’anno.

Ma non finisce qui.

Amazon sta vendendo la sua tecnologia di riconoscimento facciale ai dipartimenti di polizia. Il software per il riconoscimento delle immagini che Amazon sviluppato per la sua piattaforma cloud viene considerato precisissimo, tanto che si teme venga utilizzato non solo per i criminali, ma anche per altri scopi, come rintracciare i manifestanti.

Questi sono solo alcuni semplicissimi esempi e riguardano solo scoperte fatte negli ultimi mesi, per elencare gli algoritmi inventati sono dall’inizio dell’anno ci vorrebbero centinaia di pagine.

Ma qual è il punto?

Siamo in momento storico incredibile, per raddoppiare la potenza del motore a scoppio ci abbiamo impiegato 85 anni, ora la tecnologia permette salti incredibili da un anno all’altro. Non sappiamo cosa abbiamo di fronte a noi, ci siamo avventurati in un terreno ignoto.

Emergono studi ed episodi incredibili, come quelli di AlphaGo o come quello in cui gli sviluppatori di Facebook che lavorando ad alcuni sistemi di intelligenza artificiale capaci di parlare inglese, hanno testato i programmi e gli hanno fatto condurre delle trattative semplicissime. Dividersi due libri, tre palloni da basket, ecc.

A un certo punto è successo qualcosa di assolutamente imprevisto.

I due sistemi di intelligenza artificiale hanno cominciato a parlare in un nuovo linguaggio, inventato da loro.

Tradotto dall’inglese il dialogo a un certo punto è diventato così:

Bob: Posso io posso io qualcos’altro.

Alice: Palla ho zero per me per me per me per me per me e

A un certo punto i bot hanno cambiato il loro linguaggio perché hanno trovato un sistema di comunicazione con cui potevano condurre la loro trattativa in modo più efficace. Il loro linguaggio ha smesso di avere senso compiuto, almeno per le intelligenze umane, ma non era casuale.

Come sta succedendo sempre più spesso, presto i computer ci dimostreranno l’esattezza di una teoria o di un processo, in modi che noi non capiremo. Sarà in quel momento che dovremo incominciare a fidarci e che il regno degli algoritmi inizierà.

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