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foto di Album di Calca
Un piccolo imprenditore si è dato fuoco per disperazione a Oderzo. E’ il ventesimo di una catena di suicidi nel Veneto. Una signora è morta dissanguata a Napoli, donava il suo sangue per protesta. Solo pochi anni (mesi? giorni?) fa queste notizie sarebbero state lette in modo distratto e attribuite a Paesi lontani. Bangladesh, Cambogia, Bolivia. O al dopoguerra. Orrori distanti nello spazio e nel tempo. Oggi sono fatti normali per l’Italia. Cose che possono succedere. Cose così.
L’assuefazione al degrado sociale è avvenuta un passo alla volta. Gli italiani sono conigli ipnotizzati da un serpente, dalla paura del futuro. Rimangono immobili in attesa dell’inevitabile. Il Paese si è trasformato in un gioco del Monopoli con i dadi truccati. Per un cittadino è inevitabile un soggiorno in Prigione, il pagamento della Tassa patrimoniale o la maledizione di un Imprevisto. I partiti hanno occupato i servizi pubblici, la Società Elettrica, le Stazioni, le Società di Acqua Potabile e tutte le zone edificabili. Bersani vive nelle modeste caselle di Vicolo Corto e di Vicolo Lungo. Tutto il resto è nelle mani di Anemone e del Governo. Berlusconi possiede Parco della Vittoria e Viale dei Giardini, rinominati Villa di Arcore e Palazzo Grazioli.
Lo sventurato giocatore che transiti in un qualunque terreno aumenta la sua quota di debito. Per giocare, ogni italiano deve indebitarsi con lo Stato di 30.000 euro dalla nascita. Le banconote di diversi e allegri colori sono distribuite all’inizio in parti uguali tra i giocatori, ma finiscono inevitabilmente dopo due o tre lanci nelle tasche dei monopoli d’Italia. Il banco vince sempre e il banco possiede l’intero gioco.
L’Italia non è più fondata sul lavoro da un pezzo, ma sul capitale. Capitale meo, mors tua. Lo Stato sociale e la solidarietà sono diventate parole criminogene, capaci di generare odio. Al Monopoli italiano puoi giocare se hai un reddito, un lavoro, dei risparmi, se hai ancora dei soldi. Senza non sei più nulla, carne da bruciare, sangue da vendere. Lo Stato è morto nel Bel Paese del Monopoli. Lo Stato è solidarietà sociale o non è.