Un convegno promosso da Greenpeace, Legambiente e WWF si è svolto a Roma il 19 aprile nel ventennale della tragedia di Chernobyl per fare il punto sullenergia nucleare e sui suoi costi reali.
Il contributo al fabbisogno energetico mondiale fornito dal nucleare è solo del 6,5% dellenergia primaria ed è destinato a ridursi al 4,5% nel 2030 secondo lInternational Energy Agency (IEA).
Il nucleare è la fonte energetica più costosa e con il maggior bisognodi sussidi statali.
Secondo il Dipartimento dellEnergia degli Stati Uniti (DOE) il costo di 1 kWh di energia elettrica costa 6,13 cent/$, da gas 4,96 cent/$, da carbone 5,34 cent/$, da fonte eolica 5,05 cent/$. Risultati analoghi sono stati presentati da studi della Chicago University e del Massachusetts Institute of Technology. Queste valutazioni economiche sono sottostimate perché non comprensive dei costi del decommissionamento degli impianti e del trattamento delle scorie di lungo periodo.
Un falso mito sullenergia nucleare è labbondanza delluranio in natura: un minerale piuttosto diffuso, ma solo in concentrazioni infinitesime, tanto basse da non risultare praticamente sfruttabili. Le riserve di uranio commercialmente estraibili coprono un arco di circa un secolo tenendo costanti i consumi allanno 2000. Sostituire, per la produzione di elettricità, tutta lenergia fossile con quella nucleare comporta la realizzazione di migliaia di nuove centrali con lesaurimento delle riserve di uranio in pochi anni.
Infine, neppure il nucleare è esente da emissioni di anidride carbonica, basti considerare lenergia fossile necessaria per costruire la centrale, estrarre, trasportare e arricchire luranio, gestire le scorie, smantellare limpianto a fine vita. Investire nel nucleare significa sprecare risorse pubbliche e private ai danni delle fonti rinnovabili e delle tecnologie per lefficienza energetica.
Ma qualcuno non smette di pensarci. I nostalgici di Chernobyl non si rassegnano mai. Tra questi lEnel di Scaroni che con l’acquisizione di Slovenske Elektrarne finalmente rientra nel nucleare con laccensione del secondo reattore di Mochovce.
Gli austriaci dal 1990 al 2005 hanno sempre cercato di far chiudere il primo reattore e posero persino il veto all’ingresso della Slovacchia nella UE (Mochovce dista 100 km da Vienna).
Il governo Austriaco ha montato decine e decine di pale eoliche sul confine con la Slovacchia ben visibili a occhio nudo da Bratislava anche in segno di protesta.
Propongo al governo italiano di piantare qualche pala eolica davanti alla sede romana dellEnel, forse non ne hanno mai vista una.