Ci sono volute 20 fumate nere e settimane di stallo, ma alla fine la maggioranza ha ammesso ciò che il Movimento 5 Stelle ha sostenuto fin dall’inizio: i nomi fatti dalla maggioranza per la Corte Costituzionale, evidentemente anche questi figli del Patto siglato al Nazareno tra Renzi e Berlusconi, erano improponibili. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto da subito candidati di alto profilo, dal curriculum specchiato e che non fossero politici di professione. Lo abbiamo chiesto per i membri del Csm e grazie alla nostra insistenza siamo riusciti a fare in modo che una persona indagata per falso, Luigi Vitali di Forza Italia, non varcasse la soglia di Palazzo dei Marescialli. Lo abbiamo chiesto per la Corte Costituzionale e siamo riusciti a frenare in tempo la corsa di Donato Bruno, senatore forzista indagato. A maggior ragione lo abbiamo chiesto quando il Pd ha calato dall’alto il nome di Luciano Violante: uomo della politica, con 30 anni di vita parlamentare alle spalle e senza nessuno dei requisiti richiesti dalla nostra Costituzione per poter essere eletto giudice della Corte Costituzionale. Anche qui abbiamo portato a casa il risultato: Violante è fuori dai giochi.
Come spiegheranno agli italiani il fatto che il nome di Violante oggi non è buono, ma fino a ieri lo era? Che autorevolezza può avere una classe politica che prima forza le regole e poi è costretta a fare marcia indietro? Renzi sappia che a vigilare c’è il Movimento 5 Stelle: senza di noi, e senza la nostra perseveranza, oggi avremmo Violante alla Corte Costituzionale e Silvio Berlusconi senatore della Repubblica. Siamo riusciti ad impedirlo e la consideriamo una piccola grande tappa della lunga strada che ci porterà a cambiare questo Paese. E infatti forse proprio in queste ore si sta sciogliendo il patto del Nazareno?
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