di Paolo Ermani – Portogallo, Scozia, Costa Rica: tre paesi diversissimi tra loro ma tutti in prima linea sulle energie rinnovabili per la produzione di elettricità. Quindi… si può, eccome!
Il Portogallo nello scorso mese di marzo non solo ha generato sufficiente energia da fonti rinnovabili per alimentare l’intero paese per tutto il mese, ma ha anche prodotto elettricità “extra”. Il paese sta gettando cavi sottomarini per esportare elettricità verde in Marocco e auspica di rafforzare la propria rete di collegamento con Spagna e Francia. Ma la cosa importante è che il Portogallo, nazione con oltre dieci milioni di abitanti, potrebbe presto abbandonare del tutto l’uso dei combustibili fossili per la produzione di elettricità a livello nazionale. All’incirca il 30% della sua elettricità oggi viene dall’idroelettrico, ma ha saputo investire in modo opportuno anche nel vento, nel sole e nella ristrutturazione della rete nazionale.
La Scozia, dal canto suo, con oltre 5 milioni di abitanti, ha vantato nel 2017 un 68,1% della sua elettricità da fonti rinnovabili. Nel 2016 la percentuale era del 54%. Oggi la Scozia è uno dei leader nel mondo per le rinnovabili e ha realizzato turbine eoliche off-shore all’avanguardia. La percentuale di rinnovabili in Scozia è superiore del 45% al Regno Unito nel suo complesso.
Il Costa Rica, nazione, anche questa, che conta circa cinque milioni di abitanti, si è basata solo sulle rinnovabili per circa 300 giorni lo scorso anno. Conta anche su idroelettrico e geotermia, oltre naturalmente alle turbine eoliche. Il paese ha però un grande potenziale di energia solare ancora non sfruttata; ci sono pochi dubbi sul fatto che potrà attingere da fonti rinnovabili l’intero fabbisogno di elettricità e questo in breve tempo (si è data come obiettivo il 2021). Non mancano comunque i critici, che sottolineano come il Costa Rica stia bruciando ancora petrolio per i trasporti (auto e camion); infatti questo settore resta ancora critico ed è proprio sulla decarbonizzazione dei trasporti che si sono incentrate le promesse del presidente Carlos Alvarado Quesada.
Anche l’India si è impegnata a seguire questa strada, che comunque pare interessare a un numero crescente di paesi. In generale, nel mondo nel 2017 si è investito più in energia solare che in carbone, gas e nucleare insieme e la cosa non può che fare ben sperare, anche se la strada da fare è ancora lunghissima.
L’AUTORE
Paolo Ermani – Scrittore, formatore, consulente energetico, ideatore di progetti innovativi in ambito lavorativo e ambientale. Da metà degli anni ottanta si occupa di ambiente, energie rinnovabili, risparmio energetico e idrico, uso razionale dell’energia, tecnologie appropriate a cui poi ha aggiunto tematiche relative agli stili di vita, all’economia, il lavoro, l’alimentazione, l’agricoltura, la facilitazione. Ha lavorato e si è formato nei più importanti centri europei per le tecnologie alternative. Fra le centinaia di iniziative che ha realizzato è tra i fondatori dell’associazione Paea, del giornale web Il Cambiamento e del progetto sul lavoro Ufficio di Scollocamento. E’ autore dei libri: Pensare come le montagne (scritto con Valerio Pignatta), Ufficio di Scollocamento (scritto con Simone Perotti), Solo la crisi ci può salvare (scritto con Andrea Strozzi).