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Come la tecnologia trasforma la nostra etica

beppegrillo.it - Settembre 9, 2021

di Juan Enriquez – In un’epoca di estrema polarizzazione è molto pericoloso parlare di giusto e sbagliato. Si può essere presi di mira, giudicati per una cosa detta 10 anni prima, 10 mesi prima, 10 ore pirma, 10 secondi prima. Significa che chi pensa che abbiate torto potrebbero bruciarvi sul rogo o chi sta dalla vostra parte che pensa che non siete ortodossi a sufficienza potrebbe cercare di cancellarvi. Pensando al giusto e sbagliato, voglio che consideriate tre idee. Se giusto e sbagliato fosse una cosa che cambia con il tempo. Se giusto e sbagliato fosse qualcosa che cambia a causa della tecnologia. Se la tecnologia evolvesse in maniera esponenziale?
Pensando a questo concetto, ricordate che il sacrificio umano era normale e naturale. Era un modo per compiacere gli dei. Altrimenti sarebbe arrivata la pioggia, non ci sarebbe stato il sole. Esecuzioni pubbliche. Erano comuni, normali, legali. Si portavano i bambini a guardare decapitamenti per le strade di Parigi. Uno dei più grandi errori, la schiavitù, servitù vincolata, una cosa praticata per millenni. Si usava tra gli Inca, i Maya, i Cinesi, gli Indiani del Nord e Sud America. Pensandoci, vi chiederete perché una cosa così sbagliata è durata così tanto. Una seconda domanda è: perché è finita? E perché è finita in pochi decenni dal punto di vista legale?

Certamente c’è stato il lavoro di straordinari abolizionisti che hanno rischiato la vita, ma c’è probabilmente altro oltre a questi coraggiosi abolizionisti. Considerate l’energia e la rivoluzione industriale. Un singolo barile di petrolio contiene l’energia equivalente al lavoro di 5 a 10 persone. Aggiungetelo alle macchine, e d’improvviso avete a disposizione l’equivalente del lavoro di milioni di persone. Si può smettere di opprimere la gente e raddoppiare la speranza di vita dopo millenni di speranza di vita stabile. L’economia mondiale, che è rimasta stabile per millenni, improvvisamente esplode. Ed ecco enormi quantità di ricchezza, cibo e altre cose prodotte da molte meno mani.

La tecnologia cambia drasticamente il modo di interagire con gli altri. Le nuove tecnologie come le mitragliatrici hanno cambiato completamente i conflitti dalla Prima Guerra Mondiale. Ha portato le persone in trincea. Eravate in trincea britannica, o in trincea tedesca. Qualunque cosa nel mezzo era terra di nessuno. Entravate in terra di nessuno. Vi sparavano. Morti. Cercavate di uscire dalla trincea nell’altra direzione. E i vostri vi sparavano in quanto disertore.

Stranamente, le mitragliatrici di oggi sono i social media. Ci spariamo a vicenda. Spariamo a chi pensiamo abbia torto con post, tweet, fotografie, accuse, commenti. Ha creato due trincee in cui bisogna stare da una parte o dall’altra. Quasi non c’è una via di mezzo per venirsi incontro, per cercare un dialogo tra il torto e la ragione.

Guidando per gli Stati Uniti si vedono cartelli. Alcuni recitano, “Black Lives Matter.” Altri dicono, “Supportiamo la polizia.” Raramente si vedono i due cartelli sullo stesso prato. Eppure se chiedete alla gente, molto probabilmente sostengono Black Lives Matter ma sostengono anche la polizia. Se pensate a questi tempi polarizzati, pensate al giusto e sbagliato, dovete capire che il giusto e sbagliato cambiano e ora cambiano in maniera esponenziale.

Prendete il problema dei matrimoni gay. Nel 1996, due terzi della popolazione USA era contro il matrimonio gay. Oggi, due terzi è a favore. È un cambio di opinione a 180 gradi. In parte è dovuto alle proteste, perché la gente si è esposta, a causa dell’AIDS, ma ha molto a che fare con i social media. Ha molto a che fare con quel che vediamo in casa, nei nostri salotti, attraverso la televisione, i film, i post, attraverso le persone abbastanza a proprio agio, gli amici, i vicini, la famiglia, per dire, “Sono gay.” Ha fatto virare l’opinione anche nei posti più conservatori. Prendete il Papa. Da Cardinale nel 2010, era assolutamente contrario al matrimonio gay. È diventato Papa. E tre anni dopo l’ultima sentenza se ne esce con “Chi sono io per giudicare?” E oggi, è a favore delle unioni civili.

In una tecnologia che cambia l’etica dovete anche considerare che la tecnologia cambia in modo esponenziale. Mentre giusto e sbagliato cambiano, se vi schierate, “So cosa è giusto. E se sei in disaccordo con me, se sei parzialmente in disaccordo, se hai da ridire, allora hai torto,” allora non c’è discussione, nessuna tolleranza, nessuna evoluzione, e di sicuro non si impara.

Molti di noi ancora non sono vegetariani. Di nuovo, non abbiamo avuto molte alternative migliori, più veloci e più economiche della carne. Ma ora abbiamo la carne sintetica, abbassandosi il prezzo da 380.000 dollari nel 2013 a 9 dollari oggi, una bella fetta di gente inizierà a diventare vegetariana o quasi vegetariana. A posteriori, queste immagini nei ristoranti più belli e più costosi in città questa sfilza di bistecche appese la guarderemo in modo diverso tra 10 anni, 20 anni e 30 anni.

Di questi tempi schierati, vorrei riesumare due parole che oggi si sentono raramente: umiltà e perdono. Giudicando il passato, i nostri antenati, i nostri avi, fatelo con un po’ più di umiltà, forse perché se foste cresciuti a quel tempo, se aveste vissuto all’epoca, avreste sbagliato molte cose. Non perché hanno ragione. Non perché oggi non vediamo che hanno sbagliato, ma semplicemente perché le nostre nozioni, la nostra visione di giusto e sbagliato cambia nel tempo.

La seconda parola, perdono. Il perdono è incredibilmente importante oggigiorno. Non si può cancellare qualcuno per aver detto la parola sbagliata, per aver fatto qualcosa dieci anni fa, per avervi stuzzicato e non avere ragione al cento per cento. Per creare una comunità, bisogna costruirla e parlare alla gente e imparare dalla gente che potrebbe avere punti di vista diversi. Bisogna dare spazio invece di creare una terra di nessuno. Un terreno comune, uno spazio creativo e uno spazio di empatia. È tempo di creare una comunità. Non è il momento di continuare a dividere nazioni.

Tedx tradotto da Anna Cristiana Minoli

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