Un nuovo rapporto dell’UNEP delle Nazioni Unite avverte che l’attuale modello globale di produzione del cibo e utilizzo dei combustibili fossili sta causando danni ambientali stimati in circa 5 miliardi di dollari l’ora, una cifra che su base annuale raggiunge 45 milia miliardi di dollari.
Il costo è composto dall’impatto su clima, biodiversità, inquinamento dell’aria e dell’acqua, perdita di terreni fertili e danni alla salute pubblica. Circa 20 mila miliardi di dollari derivano dai sistemi alimentari, mentre i trasporti e la produzione di elettricità da fonti fossili contribuiscono rispettivamente per 13 e 12 mila miliardi di dollari.
Il rapporto sottolinea che non si tratta solo di problemi ecologici, ma di minacce dirette alla sicurezza alimentare e idrica, alla salute delle persone, alla stabilità economica e persino alla sicurezza nazionale. In un pianeta con una popolazione in crescita e richieste crescenti di energia e cibo, ogni anno la pressione sui sistemi naturali aumenta e i danni si accumulano, indebolendo le basi stesse della vita umana.
Gli esperti che hanno contribuito al rapporto indicano che la finestra per intervenire è ancora aperta, ma si sta restringendo rapidamente. È indispensabile una trasformazione strutturale del funzionamento economico globale, a partire dall’inclusione dei costi reali dell’impatto ambientale nei prezzi del cibo, dell’energia e dei trasporti.
Un’altra misura centrale proposta consiste nell’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili e alle pratiche agricole più distruttive, che restano competitive solo perché i danni che provocano non ricadono su chi li produce e consuma. Allo stesso tempo, il rapporto indica la necessità di aumentare gli investimenti in energie rinnovabili, agricoltura rigenerativa e diete a più basso impatto, insieme a riforme economiche e finanziarie che sostengano una transizione equa.
Secondo gli autori, continuare a ignorare il costo reale della produzione alimentare e dei combustibili fossili significa condannare le società a conseguenze economiche e sociali sempre più gravi. Il degrado ambientale sta già compromettendo la qualità dell’aria che respiriamo e dell’acqua che beviamo, e limita la capacità della Terra di sfamarci e proteggerci.
Questa analisi ribadisce che il riscaldamento globale e la perdita di biodiversità sono elementi essenziali del nostro benessere. Ogni governo, ogni impresa e ogni cittadino è coinvolto, direttamente o indirettamente, nel determinare quale sarà l’eredità sociale e ambientale dei prossimi decenni. L’UNEP avverte che agire ora è ancora possibile e meno costoso del continuare a rimandare.





