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“Che tempo fa” di Stefano Benni

L’ufficio si trovava all’ultimo piano di un grattacielo altissimo, la cui cima era avvolta dalle nuvole.
La donna bionda entrò trafelata.
Dalla scrivania l’uomo barbuto la guardò severamente.
-Dottoressa Vespucci, si può sapere dove era finita? Lo sa di quanto è in ritardo?
-Mi scusi, capo, ma ho avuto dei contrattempi. Mentre viaggiavo, ho incontrato un forte vento contrario. Veniva dalla Siberia, dicevano. E poi vestita così, senza scarpe…
-Lei non ha scuse. Stiamo gelando, i fiumi sono in piena, non ci sono gemme, la verdura costa il doppio, la gente è di malumore.
-Mi perdoni – disse la donna bionda – mi metto subito al lavoro
-Per questa volta passi- disse il signore con la barba – Ma che sia l’ultima volta, non tollererò altri ritardi
-Lei ha ragione. Ma non è colpa mia se tutto è cambiato. Gli uomini hanno combinato un casino, il clima è sconvolto…
-Non accetto scuse – disse l’uomo – sono ben conscio del fatto che le cose vanno malissimo. Ma noi dobbiamo far finta di non saperlo e lavorare come se niente fosse. L’azienda deve andare avanti. Vada a prendere servizio. Quelli dell’altro turno sono esausti
-Vado – disse la donna bionda, volando fuori dalla finestra
L’uomo barbuto parlò al microfono e la voce risuonò altissima tutto intorno.
-Qui è il dottor Meteo. La dottoressa Primavera è arrivata. Quelli del turno invernale possono andare a casa.
Un fragoroso ooh di sollievo fece vibrare l’aria.
-Meno male – sospirò il dottor Meteo, togliendosi la sciarpa – adesso speriamo di non aver grane per un po’…
In quell’istante la porta si aprì ed entrarono cinquanta pinguini con l’aria incazzata.
-Troppo comodo mandarci a casa- disse uno di loro- Siamo una rappresentanza dello SLIS, sindacato lavoratori invernali stagionali. Non può liquidarci così. Abbiamo fatto gli straordinari e i doppi turni. Quelli del servizio neve non hanno avuto un solo giorno di riposo.
-E allora cosa volete?
-Una gratifica del cinquanta per cento in più, e ferie pagate alle Bahamas
-Se no?
-Se no ancora neve e uragani e…
-Basta – urlò il dottor Meteo – via di qua, profittatori. Mi bagnate tutto il pavimento con le zampe…. Fuori o vi fulmino!
I pinguini sparirono scancherando.
L’uomo si prese la testa tra le mani, e afferrò il telefono:
-Pronto – disse con voce agitata – sono il dottor Meteo… si può sapere che fine ha fatto la mia domanda di essere assegnato a un altro pianeta?

Tratto dalla pagina ufficiale di Stefano Benni