Quello che segue è un articolo a firma di Gabriella Cerami pubblicato sull’Huffington Post. Ulteriori commenti sono inutili.
“La trattativa sulla legge elettorale, negli ultimi giorni, gli è sfuggita di mano. Dunque Beppe Grillo domani arriva a Roma con l’intento di rimettere ogni cosa al suo posto. Dopo una settimana di passi in avanti e poi di retromarce (“trattiamo con il Pd”, “no, tempo scaduto, non trattiamo più”), si tireranno le somme.
Il leader M5S è atteso nella Capitale dopo pranzo per incontrare i gruppi parlamentari di Camera e Senato, ma prima dell’assemblea congiunta con i deputati e i senatori, è con Luigi Di Maio che avrà un faccia a faccia. Con quello considerato da tanti il suo delfino, scelto per dialogare con il premier perché tra tutti è colui che ha un profilo più istituzionale, ma che adesso è stato delegittimato dallo stesso Grillo e da Casaleggio, che non hanno gradito la decisione di fissare un nuovo appuntamento con i democratici per continuare a trattare sulla legge elettorale.
Così domani bisognerà stabilire la nuova strategia da mettere in atto e soprattutto cosa fare in quella che si prospetta una settimana di fuoco. “Faremo iniziative fuori e dentro il palazzo”, fanno sapere i pentastellati reduci dalla “marcia democratica” sul Quirinale. “Dobbiamo sensibilizzare le persone e sopratutto far capire loro che noi non vogliamo bloccare le riforme. Vogliamo una riforma fatta bene nel rispetto delle regole democratiche”.
Ed è di regole democratiche che i grillini vogliono parlare accusando il premier e il governo tutto di essere autoritari. In fondo, fanno notare, “noi abbiamo presentato 200 emendamenti, non è giusto aver contingentato i tempi”. La battaglia è contro il premier reo di aver definito la protesta di giovedì scorso “una passeggiata”. “La nostra manifestazione sotto al Quirinale, contro gli attacchi alla democrazia e alla Costituzione da parte del governo Renzi, deve aver spaventato quest’ultimo ancora più di quanto credevamo”, scrive su Facebook il senatore M5S Nicola Morra. Il premier ha usato “arroganza per declassare la nostra protesta pacifica. Passeggiatina? Sembravamo pochi, certo. Pero’ Renzi forse non considera i milioni di cittadini al nostro fianco dei quali siamo portavoce! Hanno cercato di minimizzare chiamandola ‘Rivoluzione Selfie’ per via delle foto che abbiamo pubblicato sui social network. Si chiama informazione (altra cosa che non piace a chi disprezza la democrazia)”, attacca ancora Morra mentre allo studio ci sarebbe altre azioni eclatanti. Sicuramente preteste in Aula. abbandono dei lavori e manifestazioni in piazza.
Domani però, durante l’assemblea congiunta, non si parlerà solo di riforme. Bisognerà eleggere il nuovo direttivo dei gruppi e anche il tesoriere. Mentre Federico D’Incà dovrebbe subentrare a Riccardo Nuti come presidente giuridico del gruppo a Montecitorio. Infine, secondo quanto viene raccontato, in agenda, ci sarebbe un altro tema che scotta e che ancora non è stato toccato: “il licenziamento”, secondo alcuni, “l’abbandono”, secondo altri, di Nicola Biondo, responsabile comunicazione del gruppo alla Camera. In tanti, tra i parlamentari, si pongono domande senza ricevere risposte. Grillo e Casaleggio dovrebbero dare spiegazioni anche su questo. Ma il condizionale, si sa, è d’obbligo”.
Gabriella Cerami – HuffingtonPost