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Il Blog di Beppe Grillo
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Arcipelago Gulag in Val di Susa #NoTAV

beppegrillo.it - Febbraio 8, 2014

“Due parole sul processo ai NoTav e a Beppe Grillo che hanno violato il sequestro giudiziario della baita Clarea. I fatti: nell’inverno 2010-2011 il movimento NoTav acquista regolarmente un terreno oggi interno alle recinzioni del cantiere Tav di Chiomonte. Per testimoniare e far riflettere sull’eventuale apertura dei lavori viene costruisce un presidio (in pietra e legno in stile alpino) lungo 8 metri, largo 6 e alto 4. I permessi non vengono concessi dal Comune ma la sovrintendenza ai beni culturali interpellata definisce il manufatto assolutamente compatibile con l’ambiente naturale che lo circonda. A metà dei lavori la procura di Torino capitanata da Caselli sequestra il manufatto. Il movimento prosegue nei lavori e per questo motivo venti attivisti sono sotto processo, compreso Grillo. Con il sequestro in corso il presidio viene circondato dalle recinzioni e, nell’inverno 2012, inglobato nel cantiere Tav di Chiomonte. Stesso territorio, stessi vincoli ambientali ma se la baita in pietra dei NoTav di soli 50 metri quadri è irregolare, storia diversa è per il cantiere di oltre 70.000 metri quadri ritenuto assolutamente regolare. Una piccola baita per impedire una speculazione inutile da 28 miliardi di euro di denaro pubblico diviene un grave reato per il quale sono chiesti da 6 mesi a 18 mesi di carcere.
Ma al cittadino più garantista e legalista chiediamo? Ha senso tutto questo? Ci aiutate a capire quanto costa processare 20 NoTav per aver costruito (a proprie spese) una piccola baita in stile alpino su di un proprio terreno oggi già espropriata e distrutta dal cantiere?
Alcuni dati:
Torino, venerdì 7 febbraio 2014 Palagiustizia, dalle ore 9.00 alle ore 15.00
1 maxiaula (aula 3) normalmente destinata ai maxiprocessi (Minotauro, Ethernit, Thiessen)
(sulla questione aula considerare anche i costi vivi di gestione del Palagiustizia, riscaldamento, manutenzione, pulizie…)
1 giudice di primo grado
1 cancelliere
1 tecnico audio
1 testimone ufficiale dei Carabinieri in trasferta da Treviso (all’epoca dei fatti contestati in servizio a Chiomonte)
20 uomini Forze di Polizia presenti all’esterno del tribunale
10 uomini Forze di Polizia presenti all’esterno dell’aula
8 uomini carabinieri di servizio all’ingresso e all’interno dell’aula
2 pubblici ministeri: Padalino e Rinaudo
6 uomini personale di scorta ai due pubblici ministeri
4 uomini tecnici e assistenti ai pubblici ministeri
10 uomini personale di Polizia con servizio investigativo specifico (funzionari Digos)
Curiosità:
I due pubblici ministeri citati con i loro uffici al completo da circa un anno seguono solo il movimento NoTav
Le loro scorte lavorano 24 ore al giorno su più turni
Quasi ogni giorno ormai al Palagiustizia di Torino sono in corso processi ai NoTav
Gli imputati NoTav sono ormai più di 600
Il movimento NoTav ha sempre dichiarato che non intende fare del male a nessuno con il proprio agire e così da sempre è stato
Il fatto più grave contestato è l’incendio di un compressore (valore materiale 2.000 euro) e iI 4 NoTav accusati dell’incendio sono tutt’ora in carcere e rischiano fino a 30 anni di carcere con l’accusa di terrorismo
Le mobilitazioni NoTav sono autofinanziate e non costano nulla se non il prezzo dei manifesti di propaganda
L’alta velocità Torino Lione costerà nel suo complesso 28 mld di euro di denaro pubblico. Nonostante quest’opera sia un furto ed una speculazione inutile nessun politico che la sostiene è mai finito in un’aula di tribunale”.
Articolo tratto da NoTav.info

Voglio dare la mia solidarietà a Alberto Perino e a tutti i ragazzi della Val di Susa che devono risarcire un danno ipotetico di 215.000 euro, ne hanno già raccolto circa 100.000 e ne mancano altrettanti. C’è poco tempo e dobbiamo dargli una mano a risolvere questo problema.
Aiuta la Valle a resistere!
I contributi devono essere versati esclusivamente sul
Conto Corrente postale per le spese legali NO TAV n.1004906838
IBAN: IT22L0760101000001004906838
intestato a Pietro Davy e Maria Chiara Cebrari.

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