di Marco Oreggia, giornalista
“Non può esserci olio extravergine a 3/4 Euro al litro. Dal punto di vista giudiziario, alcune aziende messe allindice per dei controlli attraverso le dogane, che sono lente di certificazione di assaggio, hanno una classificazione merceologica diversa da quella che è scritta in etichetta, è olio extravergine di oliva in realtà viene vantato che siano oli vergini di oliva, quindi una classificazione merceologica diversa e una qualità ovviamente più inferiore.
Altra cosa è invece la seconda indagine che di recente è partita con dei forti rastrellamenti in Puglia, che peraltro è il nostro bacino di produzione più importante italiano perché rappresenta circa il 35% della produzione. E’ è stato riscontrato un potenziale elemento di frode, visto che veniva etichettato come 100% italiano, olio che attraverso una nuova tecnica che è quella del Dna, che è una pratica che però purtroppo ancora deve passare legalmente in ottica giudiziaria, sono stati riscontrati allinterno della composizione del bland dellolio una serie di oli provenienti da nazioni extra italiane. Quindi per capirci Siria, Tunisia, Marocco. Questo sviluppo di questultimo indagine pugliese potrebbe veramente definire la tracciabilità soprattutto dei prodotti e quindi obbligare forse in etichetta, ora attualmente è facoltativa, la possibilità di sapere quindi come consumatore dalletichetta qual è lorigine e il bland che viene poi proposto in queste bottiglie.” continua a leggere su La Fucina