di Chiara Appendino – La notizia è arrivata da poco: Palazzo Chigi ha indicato Torino, la nostra Città, come sede dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (I3A).
Diamo subito due numeri per capire la portata di questa scelta. A regime saranno:
- 80 mln di euro all’anno di budget;
- 600 persone impiegate nella sede di Torino
Ora invece lasciatemi dire cosa c’è dietro questa scelta che, vi assicuro, non arriva per caso. C’è lavoro. Tanto lavoro. Lo ricorderete bene. Sin dall’inizio del nostro mandato abbiamo sempre detto che volevamo riportare Torino ad essere un faro nello sviluppo industriale, nazionale ed internazionale. E che, oggi, questo sviluppo o parlava di innovazione, di tecnologia, di sostenibilità, di welfare oppure, banalmente, non lo era. Ecco che siamo diventati la prima città a sperimentare l’auto a guida autonoma in contesto urbano, la prima a sperimentare il 5G, la prima a mettere in piedi il più grande show di droni in Europa.
E, ancora, siamo la Città di Torino City Lab, ovvero una vera e propria policy di innovazione per attrarre aziende e start-up affinché possano sperimentare tecnologia di frontiera. Tutto questo non ce lo siamo inventati. Ci abbiamo creduto perché sapevamo che sul territorio c’erano realtà, pubbliche e private, in grado di dare veramente quella svolta in termini di sviluppo e know how che avevamo in mente. E poi hanno iniziato ad arrivare i primi risultati. Abbiamo visto insediarsi delle aziende. Ma abbiamo visto anche imprese di portata mondiale venire a sponsorizzare i nostri eventi con migliaia di euro.
Ora, la scelta di Torino come sede italiana dell’Istituto per l’Intelligenza Artificiale è, a un tempo, traguardo e punto di partenza in questo percorso.
Obiettivo dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (I3A) – uno dei tasselli principali della strategia definita dal Ministero per lo sviluppo economico (MISE) in ambito AI – è quello di creare una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico capace di attrarre talenti dal “mercato” internazionale e, contemporaneamente, diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’AI in Italia, in connessione con i principali trend tecnologici (tra cui 5G, Industria 4.0, Cybersecurity).
I settori principalmente coinvolti saranno quelli della manifattura e robotica, IoT, sanità, mobilità, agrifoood ed energia, Pubblica amministrazione, cultura e digital humanities, aerospazio.
Che l’Intelligenza Artificiale sia una delle frontiere del futuro è fuor di dubbio. Su di essa si stanno progettando tecnologie di avanguardia che potranno migliorare concretamente la vita di ognuno di noi. Sviluppi per alcuni aspetti anche difficili da immaginare, ma molto più vicini e concreti di quanto possiamo pensare.
La scelta di Torino a sede dell’A3I è stato un risultato frutto della collaborazione tra tutti gli attori del territorio pubblici e privati, istituzioni, associazioni di categoria, imprese ed enti, compresa l’Arcidiocesi di Torino, coinvolgimento non secondario in quanto anche gli aspetti etici delle applicazioni dell’intelligenza artificiale dovranno rappresentare elementi caratterizzanti per le attività del nascente istituto. Nella realizzazione dell’A3I saranno coinvolti tutti i principali stakeholder del territorio.
Il mio ringraziamento, in particolare, va a coloro che lo hanno reso possibile. Al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ai Ministri Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli e Paola Pisano. Agli Assessori Marco Pironti e Alberto Sacco e a tanti altri che, dall’inizio, giocano il loro ruolo in questa sfida e non hanno mai abbandonato la convinzione di poterla vincere.
Abbiamo sempre detto che la sfida dell’innovazione ci poneva davanti a un bivio: sceglierne se subirne le conseguenze o prendere le redini e governare il cambiamento. Non è sempre stato semplicissimo da spiegare, ma su quale fosse la scelta giusta non abbiamo mai avuto dubbi. E Torino, adesso, può progettare il suo domani con la consapevolezza che il futuro passerà da qui.