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Quantitative Easing: soldi alle banche e non alle imprese

beppegrillo.it - Gennaio 23, 2015

“I timori in merito al Quantitative Easing (QE) sono risultati fondati. Erano due i punti dolenti che preoccupavano il M5S prima delle parole di Mario Draghi.

I VINCOLI ALL’ECONOMIA REALE
Stiamo parlando di un’operazione da oltre 1000 miliardi di euro di acquisto di titoli del debito pubblico degli Stati europei. Il problema è che, poiché il mandato BCE le impedisce di finanziare direttamente gli Stati, tutta questa nuova ondata di liquidità andrà ancora una volta alle banche, che hanno la pancia piena di titoli di Stato. La speranza è che la riutilizzino per aumentare i prestiti a famiglie e imprese, in modo da aumentare il livello di inflazione crollato ai minimi storici, lontano dall’obiettivo BCE del 2 %, rilanciando consumi e investimenti. La solita storia di sempre, che però non ha mai funzionato. Perché nonostante i miliardi ricevuti dalla BCE, le banche non hanno ancora sbloccato i crediti a famiglie e imprese.

LA STORIA INSEGNA
Come accaduto con le precedenti misure e i vari LTRO, le banche, soffocate da una montagna di sofferenze per 181 miliardi di euro, preferiranno reinvestire la liquidità in attività finanziarie. E questo anche per rispettare la normativa sui requisiti di capitale sui quali vigila la stessa BCE nella nuova funzione di supervisore, che va paradossalmente a disincentivare proprio quell’attività di erogazione del credito che la politica monetaria, a parole, si propone di rilanciare.

IL DOMINIO DEI MERCATI
Se però le banche non trasmettono liquidità a famiglie e piccole medie imprese, non ci sarà alcuno stimolo a consumi e investimenti, e soprattutto nessun significativo impatto sull’inflazione. In realtà, la liquidità si riverserà completamente sui mercati finanziari, andando a incrementare ulteriormente il giro d’affari delle banche e della finanza e quindi i rischi di bolle speculative e instabilità. Insomma, il QE rischia di essere semplicemente una misura a solo vantaggio di banche e finanza, che potrà aiutare le grosse società che si finanziano sui mercati di capitali, non di certo le PMI che sono il tessuto produttivo dell’economia europea. Anche perché, come più volte dichiarato dallo stesso Draghi, la politica monetaria continuerà ad essere inefficace se non accompagnata da politiche fiscali espansive a sostegno della domanda interna. L’UE di certo non offre vie d’uscita, perché l’espansione della spesa pubblica è costretta nella camicia di forza di assurdi e infondati vincoli di bilancio.

LA VITTORIA TEDESCA
Purtroppo il presidente della BCE ha dovuto ancora una volta piegare la schiena alla cancelliera tedesca. E’ infatti passato il QE suggerito dalla Germania, nel quale ad assumersi i rischi sono le banche centrali nazionali che comprano i rispettivi debiti. Tutto per spegnere la preoccupazione secondo cui sarebbero i tedeschi a pagare i debiti altrui. I Paesi cosiddetti virtuosi non potranno essere chiamati a subire le perdite legate ad un ipotetico default di qualche stato membro. Uno scudo nei confronti di eventuali uscite dall’Euro?

LA PROPOSTA DEL M5S
C’é però una cosa, semplice, banale e immediata che si può fare per rendere il QE una reale opportunità per i cittadini e l’economia, diversa dalle solite speculazioni finanziarie. La BCE potrebbe introdurre la condizione che le banche riutilizzino la liquidità per acquistare titoli di stato a cinque anni rigorosamente a tasso zero, per finanziare in modo diverso, innovativo e etico il bilancio pubblico. Titoli di stato liberi da quei tassi di interesse che in 4 anni ci sono costati oltre 300 miliardi di euro e che rappresentano l’ennesimo strumento per trasferire ricchezza dalle tasche dei cittadini a banche, speculatori e pochi privilegiati. Questo permetterebbe di indirizzare la liquidità nell’unico canale che funziona quando la trasmissione della politica monetaria ha smesso di funzionare: la spesa pubblica, che negli ultimi anni è stata drasticamente ridotta tagliando servizi essenziali, con effetti devastanti per l’economia. Con i 90 miliardi di euro raccolti in questo modo, lo Stato italiano potrebbe realizzare una misura che avrebbe un impatto straordinario sull’economia: il reddito di cittadinanza per almeno cinque anni. Questa è la nostra controproposta: la BCE immette liquidità e contribuisce a ridurre ulteriormente i tassi di interesse, le banche finanziano la spesa pubblica senza specularci, lo Stato risparmia miliardi in interessi e fornisce un vero sostegno ai consumi e all’economia reale, che in questi 5 anni la politica monetaria non è ancora riuscita a dare.” Marco Valli, portavoce M5S Europa

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