“Una riforma bancaria può far crescere l’economia di un Paese e contribuire a creare nuovi posti di lavoro e diminuire le tasse. Prima di spiegarlo bisogna analizzare i corsi e ricorsi della storia che oggi la rendono necessaria.”
UNA SOLA CAUSA PER DUE CRISI
Subito dopo la grande crisi del 1929, il Presidente degli Stati Uniti F. D. Roosevelt corre ai risparmi per mettere un argine alla speculazione che l’aveva creata. Nel 1933 con il Glass-Steagall Act le attività bancarie tradizionali e quelle di investimento vengono separate senza se e senza ma. Sessantasei anni dopo la politica cede agli squali di Wall Street. Il Congresso Usa a maggioranza repubblicana straccia la riforma di Roosevelt. Il democratico Clinton promulga la controriforma.
La storia si ripete con la grande crisi economica iniziata nel 2008. Le banche hanno usato la forza del loro modello universale per compiere attività speculative e pensare esclusivamente ai loro facili profitti senza aiutare più le piccole e medie imprese e l’economia reale. La “mano pubblica” interviene con i soldi di cittadini e contribuenti quando qualcosa va storto.
Ecco come:
A) il salvataggio diretto. Gli Istituti bancari vengono salvati dai governi che attingono alle risorse pubbliche: Fortìs da quelli del Benelux, Hypo da quello tedesco, Northern Rock e la Royal Bank of Scotland da quello inglese. Per salvare il suo impero finanziario il governo di Sua Maestà ha stanziato ben 625 miliardi di euro, quando per la sanità ne spende 145 e per l’istruzione 104. Chi comanda? Il popolo o la finanza?
B) il salvataggio indiretto. Dietro sigle come SMP, MES, TLTRO, QE c’è il tentativo di aiutare le banche ad aggiustare i loro conti in rosso. La regia è quella della BCE di Mario Draghi.
Per evitare che in futuro questo si ripeta serve una vera riforma del sistema, che impedisca alle banche di speculare con i soldi di risparmiatori e correntisti.
LA FINTA RIFORMA DELLA COMMISSIONE
Davanti alla crisi del 2008, i politici europei si sono comportati come ignoranti o come correi. I primi non hanno capito nulla e servono solo come utili idioti per gettare fumo negli occhi e distrarre l’opinione pubblica (lo strumento perfetto per questo disegno è la televisione). Poi ci sono i correi del sistema che hanno piegato le leggi al volere del più forte. Finanzieri e banchieri hanno goduto della complicità del mondo della politica nel 2012 con i Monti Bond che hanno salvato il Monte dei Paschi di Siena (sistema Pd) e nel 2009 con i Tremonti Bond che hanno salvato Banco Popolare e Banca popolare di Milano (ex Fiorani e Ponzellini, per capirci).
LA FINTA SEPARAZIONE BANCARIA
Come si può ridurre il rischio sistemico se una sola banca ha una montagna di titoli speculativi in pancia pari a cento volte i depositi di famiglie e imprese? Il parlamento europeo sta discutendo una proposta di regolamento sulle misure strutturali volte ad accrescere la resilienza degli enti creditizi dell’UE. L’obiettivo dichiarato è quello di separare banche commerciali e d’investimento. Bellissimo! Peccato sia una presa in giro. I parlamentari europei del Movimento 5 Stelle Marco Valli e Marco Zanni hanno studiato la proposta della Commissione e hanno scoperto che questa Europa sta facendo solo finta. Qualche prova?
Articolo 2, paragrafo 1, punto B. Il testo proposto prevede la separazione di TALUNE attività di negoziazione. Dietro questo aggettivo indefinito si cela lo scudo che potrebbero salvare derivati e vendite allo scoperto.
Articolo 10, paragrafo 3, sottoparagrafo 3. La Commissione prevede numerose deroghe per consentire all’ente di svolgere la sua attività finanziaria.
Articolo 19, paragrafo 4. La Commissione si prende 6 mesi di tempo per adottare gli atti delegati e specificare quale tipo di attività non sia considerata una minaccia per la stabilità finanziaria dell’ente e per il sistema finanziario dell’Unione. Chissà come considereranno i derivati.
LA PROPOSTA DEL M5S EUROPA
Per evitare nuove crisi la proposta del Movimento 5 Stelle, tramite gli emendamenti presentati, è quella di istituire un moderno Glass Steagall Act attraverso:
– separazione netta e obbligatoria tra le attività di credito tradizionali e le attività speculative e di investimento.
– divieto per le banche di assumere partecipazioni in imprese non finanziarie, evitando così conflitti d’interesse dannosi.
– interdizione permanente per i manager che violano le disposizioni del regolamento.
– esenzione dal regolamento per le piccole banche che non raggiungono certe soglie in termini di valore delle attività speculative a bilancio e utilizzo della leva finanziaria.
Bisogna ritornare al modello del Glass-Steagall Act di Roosevelt: da una parte le banche tradizionali che svolgono solo attività di supporto all’economia reale (raccolta risparmio ed erogazione prestiti alle PMI) godendo della garanzia statale, dall’altra le banche di investimento che continuano a fare le loro attività speculative senza la garanzia pubblica, quindi libere di fallire senza salvataggi fatti con i soldi dei contribuenti.
La separazione bancaria è innanzitutto una riforma di politica fiscale. L’austerity è nata perché gli Stati devono risparmiare i miliardi di euro serviti a salvare le banche. Impedire che crisi del genere riavvengano è la precondizione necessaria per costruire oggi quelle azioni politiche che tutti aspettano: il taglio delle tasse e il reddito di cittadinanza.” M5S Europa
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