Come l’improbabile governa la nostra vita.
Il cigno nero è un saggio filosofico/letterario dell’epistemologo ed ex trader Nassim Nicholas Taleb, esperto di origine libanese di scienze dell’incertezza. Il libro si focalizza sul forte impatto di alcuni avvenimenti rari e imprevedibili e sulla tendenza umana a trovare retrospettivamente spiegazioni semplicistiche di questi eventi. Questa teoria è da allora conosciuta come la teoria del cigno nero. Il libro copre anche dei soggetti relativi alla conoscenza, all’estetica, agli stili di vita, utilizzando elementi di fantasia.
Il termine “cigno nero” è tratto dalla frase del poeta latino Giovenale “rara avis in terris nigroque simillima cygno”. Questa espressione era utilizzata nelle discussioni filosofiche del XVI secolo a indicare un fatto impossibile o perlomeno improbabile. Si basa sulla presunzione che “tutti i cigni sono bianchi”, asserzione che ha avuto un senso fino alla scoperta del cigno nero australiano Cygnus atratus da parte degli esploratori europei. Questo esempio dimostra come né il ragionamento deduttivo né quello induttivo sono infallibili. Un argomento dipende dalla verità delle sue premesse: una falsa premessa può portare a un risultato sbagliato e dei dati limitati producono una conclusione non corretta. Il limite del ragionamento secondo cui “tutti i cigni sono bianchi” è dato dai limiti dell’esperienza, la quale ci fa credere che non esistano cigni neri.