Il Referendum del 12 giugno è relativo a questioni complesse e delicate.
I quattro quesiti risultano essere di difficile comprensione per chi ha un diploma superiore o la licenza media, e quasi incomprensibili per chi ha la licenza elementare. Figuriamoci per chi ha una laurea.
Più del 30% delle parole utilizzate per formularli (invasività, impeditive, eterologa, crioconservazione, ecc.) non si trovano nel “Vocabolario di Base della lingua italiana” di Tullio de Mauro.
Questa disinformazione non deve impedirci di andare a votare.
Chi incita a non votare commette un reato.
Esistono due leggi, l’art 98 del Dpr. 30 marzo 1957 n°361 e successive modifiche Titolo VII, relativo alle elezioni alla Camera e al Senato e la legge del 25.5.1970 n. 352 che estende l’art. 98 ai referendum, che puniscono la propaganda astensionista se fatta da persone che ricoprono un incarico pubblico o da ministri di culto.
La pena è la reclusione da 6 mesi a 3 anni.
Chiedo pertanto l’incriminazione per chi incita a non votare come la destra (Fini no perchè ha cappottato all’ultimo momento), Rutelli, il Clero e il Papa.
Facciamo una pena intermedia: un anno e mezzo, due Pater Noster e un’Ave Maria per tutti.