Ieri il blog era presente con un suo inviato alla Corte dei Conti. Non c’era quasi nessun altro giornalista. 98 miliardi di euro di presunto danno erariale da parte delle concessionarie di slot machine non meritano tutta questa importanza. Tre finanziarie. Chissà perchè? Non vorrei che fossero coinvolti i partiti perchè in quel caso sarebbe tutto chiaro. Il processo amministrativo si è concluso con una decisione che chiede ad altri di decidere. In sostanza la Corte dei Conti rimanda la decisione su chi deve decidere l’importo del danno alla Corte di Cassazione. Che, forse tra qualche anno, attribuirà la competenza al Tar del Lazio, alla Corte dei Conti o alla giustizia ordinaria.
Due settimanne fa, a Milano , è stata arrestata una signora italiana, incensurata, per aver rubato qualche decina di euro di cibo perchè aveva fame.
Li sentite i bufali? Il loro zoccolo è sempre più pesante.
Testo:
D.Martinelli: mi trovo a Roma, da pochi minuti si è conclusa nell’aula giurisdizionale della Corte dei Conti, la magistratura contabile, l’udienza del processo sullo scandalo delle slot machine, in cui sono imputate dieci società concessionarie che hanno gestito queste slot machine dal 2004 al 2007, ebbene in tre anni, secondo il Pm Marco Smiroldo, titolare dell’inchiesta, avrebbero procurato un danno erariale pari a novantotto miliardi di euro al lordo anche delle penali maturate. Oggi quell’importo, a distanza di quasi un anno visto che il dato era riferito allo scorso gennaio, è sicuramente aumentato. Fatto sta che dall’ordinanza di oggi ci si aspettava una quantificazione dell’importo da rimborsare allo Stato da parte di queste società e invece c’è stata una sospensione del processo che rimanda tutto alla Cassazione. Andiamo per gradi: intanto i giornalisti presenti erano pochissimi, io avevo la videocamera e oltre a me c’era una piccola troupe formata da due ragazzi mandati da Giovanni Minoli e poi un paio di colleghi della carta stampata. La Corte dei Conti è una magistratura contabile, operano magistrati contabili, a differenza di quelli penali, Marco Smiroldo è uno di questi che ha quantificato questo danno erariale in virtù delle indagini che la Guardia di Finanza ha condotto per dei mesi, e ha stabilito che diverse slot machine che trafficano soldi non erano collegate alla rete dei Monopòli di Stato, alcuni funzionari del Monopòlio imputati a loro volta. Perciò qual è stata la strategia difensiva delle concessionarie? E’ stata quella di ricorrere subito al Tar del Lazio. Il Tar del Lazio nello scorso mese di aprile ha emesso una sentenza, con la quale chiede al pm di ridurre l’importo da richiedere…
G.Rigido: …poi c’è tutta una condotta colpevole della Pubblica Amministrazione dei Monopòli che ha aspettato l’intervento della Corte dei Conti per richiedere le penali e tutto, e intanto questa richiesta di penali ha raggiunto cifre spropositate non per colpa dei concessionari, e quindi il Tar ha sostanzialmente detto: rifacciamo questi conteggi ma tenendo conto anche delle esigenze dei singoli concessionari, considera che la rete non è stata allacciata per due anni e mezzo. Insomma c’è anche un po’ di colpa da parte dell’Amministrazione che non ha chiesto le penali prima.
D.Martinelli: …il pm ha riquantificato il danno, non si sa di quanto perché è secretato, lo ha sottoposto ovviamente ai giudici, oggi non si è potuto sapere perché in virtù della sentenza emessa dal Tar del Lazio, i difensori delle concessionarie hanno sollevato dubbi di legittimità dicendo ai giudici della Corte dei Conti: “voi non siete competenti a quantificare questo danno. Bisogna che il danno lo quantifichi il Tar del Lazio”. Quindi i giudici, dopo la riunione in camera di consiglio, hanno accolto questa richiesta e hanno demandato il tutto alla Cassazione, che a sezioni riunite dovrà decidere chi dovrà decidere la quantificazione del danno. Okay? In sostanza è come se un multato da un vigile urbano facesse ricorso perché ritiene che quella multa doveva infliggergliela un carabiniere, e il giudice ricorre alla Cassazione che dovrà decidere se quella multa andava data dal vigile urbano piuttosto che dal carabiniere. Siamo in questa situazione. La sospensiva comporta un allungamento dei tempi perché la Cassazione potrebbe pronunciarsi fra sei mesi, un anno, due anni e non si sa se poi la Cassazione dirà che è bene siano i giudici della Corte dei Conti a quantificare, oppure è bene ricorrere ad un giudice della giustizia ordinaria. Perciò campa cavallo! Questo è stato il verdetto, chi si aspettava una quantificazione è rimasto deluso. Chiudo ricordando solamente che novantotto miliardi di euro sono pari a circa tre manovre finanziarie del governo italiano. Vorrei ricordare che nell’ultima manovra di Tremonti con 35 miliardi di euro c’è stata una pianificazione triennale, novantotto miliardi fate un po’ voi i calcoli. A questo punto vi saluto e vi lascio a qualche dichiarazione che ho raccolto dal pm e anche da qualche avvocato.
M.Smiroldo: …la figura che è chiamata a difendere le ragioni economiche della Repubblica, cioè della comunità dei cittadini, che mettono con le loro tasche dei soldi affinché i servizi siano assicurati e siano fatti bene. Noi abbiamo verificato che questo servizio che i concessionari dovevano rendere non è stato reso come ci si aspettava e abbiamo verificato che chi doveva controllare non lo ha fatto. Da questo è derivato un danno e un danno è direttamente proporzionale al valore che in uno stato di diritto, si dà a rispetto delle condizioni di liceità di un determinato comportamento. Questo lo stabilirà il giudice e io confido che anche la Cassazione in questo senso ci dia ragione grazie.
D.Martinelli: quindi novantotto miliardi sono l’ammanco o che cosa?
M.Smiroldo: è la stima di un danno erariale. Ciò che si doveva fare non è stato fatto nei modi dovuti, e quindi da questo si è determinato un danno. Stralcio di intervento di un difensore delle società: …se è una responsabilità di natura contrattuale la procura si sta sostituendo all’attività dell’amministrazione attiva e chiede a questa Corte di erogare penali che rientrano nell’ambito dell’amministrazione attiva.
D.Martinelli: lei come avvocato non parla?
Avvocato: no perché siccome la società è quotata in Borsa le notizie che vanno sulla stampa possono essere notizie sensibili, perciò in quanto tali vengono gestite direttamente dall’ufficio stampa.
D.Martinelli: a me interesserebbe qualche dichiarazione nel merito del procedimento attuale, in merito a ciò che ha detto lei.
Avvocato: no no scusa… a me poi i giornalisti sono così simpatici (ride) quindi voglio dire…
D.Martinelli: quindi rilascia l’intervista?
Avvocato: sono quindi dispiaciuto di non rilasciare un’intervista.
D.Martinelli: ah, non la rilascia?
Avvocato: no non posso.
Altro avvocato: no no… sono sempre disposto a farle ma ci hanno detto di non dire niente anche perché sono uscite delle cose un po’ velenose…
D.Martinelli: il pm contesta questo danno erariale quantificato in x miliardi di euro, adesso invece pare che la questione si ripercuota sulla competenza.
Avvocato T.Varrone: non è soltanto una questione di giurisdizione, cioè se debba giudicare la Cassazione o la Corte dei conti, sotteso a tutto c’è il fatto che il danno in realtà è inesistente perché l’applicazione delle penali è in corso.
D.Martinelli: se delle penali esistono significa che c’è stata una malagestione!
Avvocato T.Varrone: esistono delle penali, in misura molto limitata. L’applicazione principale, quella che ha dato luogo a questa lievitazione stratosferica delle pretese accennate in giudizio, non può nemmeno essere applicata perché non c’è stata una commissione che la poteva applicare e la convenzione successiva l’ha ridotta a livelli irrisori.
Giudice M.Ristuccia: …considerato che nella fattispecie il Tar Lazio ha già affermato la propria giurisdizione nella specifica materia… dispone la sospensione dei presenti giudizi e rinvia all’eventuale merito, ogni provvedimento sulla riunione dei giudizi stessi. L’udienza pubblica è chiusa.”
Caccia agli evasori
Bische di Stato
Il potere del silenzio
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