Se in Italia ci sono 19 milioni di pensionati e quattro milioni di dipendenti pubblici su 60,7 milioni di abitanti, allora quanti italiani devono pagare le tasse per mantenere in vita il 38% della popolazione escludendo bambini, studenti e disoccupati? Questo è il dilemma di Monti. Il problema è stato risolto dai precedenti governi con l’aumento del debito pubblico, ma il debito ora è bloccato. Monti sta spremendo come un limone la società produttiva, ogni categoria sociale, persino le tesorerie dei Comuni. L’Italia ha la tassazione più alta d’Europa, se Monti continuerà in questa direzione esploderà l’evasione. Infatti, meglio un evasore vivo di un contribuente morto e molti imprenditori stanchi di fare gli eroi stanno trasferendosi all’estero insieme ai loro capitali. Le tasse si possono solo diminuire, non aumentare. Gli aspiranti pensionati, in particolare i quaranta/cinquantenni, sanno che in pensione non ci andranno mai e si disputano i pochi posti di lavoro con i giovani, sempre più disoccupati. Ma questo Monti non lo sa… Le leve del debito e dell’aumento delle tasse non sono più utilizzabili mentre il gettito fiscale è destinato a diminuire drasticamente per il fallimento di decine di migliaia di imprese e per il mancato Irpef di un milione di disoccupati in arrivo. La spesa è in contrazione. L’unica alternativa per Monti è la rottura del Cerchio Magico dei pensionati e dei dipendenti pubblici che finora hanno sofferto la crisi meno dei privati. L’adozione della soluzione greca è inevitabile. Licenziamenti di decine di migliaia di dipendenti della Pubblica Amministrazione e taglio delle pensioni sopra a un certo tetto con l’introduzione della pensione massima che potrebbe essere di 2000 euro al mese.
Monti non ha scelta, ma preferisce non scegliere perché sarebbe subito defenestrato. Non gli è possibile neppure mettere mano alle Province. Ma il Cerchio Magico è destinato a rompersi. La clessidra non si può fermare. Intere aree del Centro Sud vivono di pubblica amministrazione e di pensioni. Non si lasceranno morire di fame per salvare le banche. I tesserati dei sindacati sono in prevalenza dipendenti pubblici e pensionati. La Confindustria rappresenta gli interessi di concessionari alla Marcegaglia e alla Benetton, incollati alla greppia dello Stato, i partiti responsabili del disastro vivono ormai solo negli annunci mortuari dei giornali camuffati da articoli. Il Paese è dentro una camicia di forza. Può succedere di tutto.
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