A Pompei crescono i pomodori, cadono le travi, si scippano i turisti e non è prevista la prenotazione on line per l’ingresso. Un posto ideale dove, tra le rovine, si può trovare anche un autogrill. Per ora non si può ancora entrare in macchina. In luglio centinaia di turisti hanno rinunciato alla visita dopo essere stati arrostiti al sole in fila all’unica biglietteria. Nell’area di 44 ettari unica al mondo avvengono crolli continui dovuti al degrado e alla scarsa manutenzione. Celebre il collasso della “Schola Armaturarum” dei trofei e dei gladiatori. Sono frequenti cedimenti di parte di intonaci decorati e smottamenti di piccole pietre. Pompei potrebbe essere esclusa dai siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Succederà se entro il 2015 non saranno apportate le modifiche necessarie per la sua salvaguardia e se l’Italia non otterrà e utilizzerà in tempo 105 milioni di euro della UE per gli interventi.
I commissari dell’Unesco hanno fatto una visita quest’anno, le loro conclusioni: “Carenze strutturali, infiltrazioni d’acqua, assenza di canaline di drenaggio, danni apportati dalla luce ai mosaici, costruzioni improprie, mancanza di personale, abusivismi“. Nella relazione manca solo la previsione di una nuova eruzione del Vesuvio. Il nostro Paese ha beni inestimabili che potrebbero portare occupazione e ricchezza. In Francia o in Spagna, Pompei sarebbe valorizzata e sfruttata economicamente. Una gloria nazionale. Esistono 981 siti riconosciuti come patrimonio dell’umanità dall’Unesco in 160 Paesi. L’Italia ne possiede 49, il maggior numero. Il governo si occupa di buchi e cacciabombardieri, non dello sviluppo legato alla nostra cultura. Pompei potrebbe diventare un centro formidabile di occupazione e di prestigio della Campania e dell’Italia e invece viene lasciata cadere a pezzi. Pompei vale 100 cacciabombardieri e 20 Tav in Val di Susa, ma per gli amministratori di questo Paese non vale nulla. Al British Museum di Londra è presente una mostra dedicata a Pompei “Life and death in Pompeii and Herculaneum“, costo di ingresso 15 sterline, 4.000 biglietti al giorno. Dura tre mesi. Gli incassi saranno di circa 11 milioni di sterline oltre ai ricavi dei libri e delle foto. Gli oggetti della mostra sono stati prestati gratuitamente dallo Stato italiano perché altrimenti “Apparirebbe come l’iniziativa di uno Stato straccione, sarebbe veramente bizzarro farsi pagare i reperti esposti all’estero“. Il prossimo fine settimana tutti a Pompei, all’Autogrill “of course“.
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