di Beppe Grillo e il suo neurologo – Da tempo sentiamo ripetere che la realtà è un’illusione, che “non vediamo la realtà ma quello che si attiva nei nostri sensori”, come la retina, la pelle e così via. Per molti percepiamo ciò che ci circonda come se stessimo vivendo dentro un cinema in cui viene proiettato il mondo esterno. Ed è vero, per moltissimi aspetti è proprio così sebbene spesso dimentichiamo che quel cinema è nostro. Infatti operiamo in modo attivo su quello che percepiamo; così, pur non vedendo il mondo in modo diretto questo è rappresentato nell’attività dei nostri sensori e delle parti del cervello che funzionano da “schermi di proiezione”. Si tratta di “schermi attivi” sui quali il nostro cervello opera continuamente; non stiamo parlando di una proiezione passiva su di una superficie neutra come al cinema.
Il fatto che la realtà possa essere un’illusione non significa che lo siano anche le nostre azioni, le nostre scelte sono reali
Qui di sotto riportiamo la più famosa fra le “illusioni ottiche”; perché parliamo di illusione ottica? E’ corretto considerarla come fosse un inganno che viene fatto al nostro cervello?
Per i nichilisti della realtà, quelli che sentenziano seriosamente che non esiste, le illusioni ottiche ne sono un esempio: non c’è modo di sapere se sono due volti oppure una coppa… ecco che la realtà non esiste, non è determinabile con precisione.
Ma non perdiamoci d’animo, negli ultimi anni alcuni scienziati hanno chiarito che il significato più intimo di questa illusione è che il cervello si stufa di tentare di risolverla, sa che non c’è pericolo e che è soltanto un foglio di carta. Quindi è come se dicesse: va beh, non sprechiamo energia e accontentiamoci: vedo due facce ed una coppa (per chi fosse interessato può cercare su Google il principio dell’energia libera in neuroscienze di Karl Friston).
Quello che ci interessa dimostrare adesso è che non siamo illusi da questa immagine, semplicemente il nostro cervello si arrende per ragioni energetiche: la selezione naturale ci avrebbe tolto di mezzo da un bel pezzo se ci fermassimo a contemplare qualunque immagine o stimolo ambigui.
In verità la visione della realtà come illusoria è oramai scontata per le neuroscienze (dalla caverna di Platone a Von Helmotz, scomparso nel 1895, sino a Friston e tanti altri). Eppure ripetere che viviamo dentro una illusione è diventato quasi un mantra, soprattutto in questo periodo, un vero e proprio relativismo della realtà: non esiste e quindi perché cercarla. Siamo nel periodo dei “non esiste”: il tempo ad esempio non esiste, siamo lì, passivi, ad aspettare novità neo-misticistiche mentre nutriamo grandi speranze nella “realtà aumentata”.
Eppure, ripensando alle due facce ed alla coppa… non riesco a togliermi dalla mente la riedizione del contratto con gli italiani che ha stipolato Berlusconi: da buon pubblicitario sa bene che i nostri cervelli sono stufi di aggiornare continuamente la sua immagine e le demenzialità che dice. Per un pelo non convince anche me: niente tasse, tutti felici con lui, è sufficiente che si presenti come Vanna Marchi e ripeta ad oltranza sempre le stesse cose truccato da giovane. Il nostro cervello non lo percepisce come un’illusione ma si è semplicemente abituato, non importa il vero o il falso perché, come tutti i pubblicitari, quello che conta è “stufare il cervello”, fare in modo che rinunci ad essere critico abbandonandosi alla rassicurazione per quanto fatua ed in malafede.
Quanto detto sino ad ora non vale per le idee che ci facciamo delle cose e delle situazioni, perchè non si tratta di percezioni, ma del frutto di decisioni che prendiamo liberamente. Possiamo capire che votare l’ologramma incandidabile serve soltanto a fare i suoi interessi, oppure per ottenere qualche cosa in cambio. Quanta gente ha dovuto votare PD-L o PDL per ottenere qualche ora di lavoro nella mensa della ex Fiat con un contratto demenziale? Non si discute più di come stanno le cose perché sono tutti presi a trasformare in propaganda la percezione della realtà: cosa possiamo insegnare ai ragazzi? Che è inutile drogarsi perché la realtà già non esiste? Oppure non è determinabile? Ok anche se fosse, questo non significa che la manipolazione della percezione della realtà ci esonera dalla responsabilità di quello che pensiamo e delle nostre azioni. Le nostre azioni sono sempre reali e quindi ne siamo responsabili: “prendere decisioni difficili sulla base di dati incompleti ed incerti” ed agire di conseguenza, questa è la vita.
Le nostre azioni non sono illusorie, portano a conseguenze, insomma sono reali, dipendono da ciò che percepiamo e da come lo interpretiamo: non arrendiamoci a questa stupida new age fatta di psiconani e telegiornali taroccati, perchè la percezione della realtà sarà pure un argomento della neurofisiologia, ma non è un delirio da pubblicitari: la scelta è sempre vostra!
Mastro Lindo può pure continuare con i suoi giochi illusionistici ma scegliere se caderci di nuovo è una vostra responsabilità: potrà anche avere stufato i nostri cervelli ma non necessariamente la nostra ragione. Almeno è quello che ci auguriamo.
Non resta che citare il grande Bardo a proposito dell’illusione più estrema in democrazia, quella di essere davvero e del tutto soli nella cabina elettorale.
Il debito è facile scordare, quando è a noi stessi che lo dobbiam pagare
William Shakespeare