di Beppe Grillo – Il luddismo è stato un movimento di protesta operaia che si è sviluppato all’inizio del XIX secolo in Inghilterra, caratterizzato dal violento sabotaggio della produzione industriale. Macchinari come il telaio meccanico erano infatti considerati una minaccia dai lavoratori salariati, perché causa dei bassi stipendi e della disoccupazione.
Ancora oggi con il termine luddismo si indicano tutte le forme di lotta violenta contro l’introduzione di nuove macchine e ogni resistenza operaia al mutamento tecnologico.
Roba d’altri tempi? Non proprio. E’ quello che sta avvenendo, per la prima volta al mondo, nei riguardi di alcune auto a guida autonoma. E’ successo in Arizona, le driverless car di Waymo (società sorella di Google) hanno subito violenti atti vandalici da parte di alcuni residenti di Chandler, vicino Phoenix, dove il servizio è partito circa un anno fa.
I resoconti dell’ufficio di polizia locale indicano una serie di incidenti in cui persone hanno vandalizzato le auto a guida autonoma e, in alcuni casi, sono stati molestati anche gli occupanti dei veicoli.
Più di 20 incidenti sono stati registrati dalla polizia da quando il servizio è attivo: gomme forate, lancio di pietre e parecchi casi di auto guidate da uomini che hanno spinto le auto di Waymo fuori strada.
In uno degli episodi più pericolosi, un uomo sventolava un revolver calibro 22 su un veicolo Waymo, occupato da due viaggiatori.
Ci sono una serie di ragioni per cui alcuni residenti hanno un problema serio con le auto a guida autonoma: sicurezza stradale e potenziale perdita di posti di lavoro sono le preoccupazioni principali.
L’incidente del 2018 in cui un pedone è stato ucciso da un’auto a guida autonoma testata da Uber nel vicino Tempe, in Arizona, ha spinto alcune persone a rivoltarsi contro la tecnologia.
Considerando però il numero di kilometri percorsi nelle prove fino ad ora, i veicoli con sistemi di guida autonoma stanno già raggiungendo uno standard molto elevato.
Sul fronte dei posti di lavoro, i tassisti e i conducenti di ridesharing considerano le auto a guida autonoma come una minaccia al proprio futuro.
E’ del 2017 un altro caso emblematico: Knighscope K5, un robot che avrebbe dovuto sostituire nel futuro gli stessi poliziotti, è stato “licenziato” dopo che alcune persone lo hanno aggredito.
Viviamo un momento di transizione, la tecnologia farà sempre più parte del futuro della nostra vita.
“In meno di un decennio, la maggior parte delle mansioni sul posto di lavoro saranno svolte da macchine piuttosto che da esseri umani”. Sono le ultime previsioni sul mondo del lavoro del World Economic Forum nel suo rapporto “Job swap: The Future of Jobs”.
Ora non ci resta che vedere come andranno le cose, nel frattempo gli stati dovrebbero prendere in seria considerazione queste previsioni e capire come far fronte a cambiamenti sociali così complessi. I governi dovrebbero da subito investire nella riqualificazione dei lavoratori per nuove carriere, aumentando le loro competenze digitali ma anche riformulando il sistema educativo per concentrarsi su abilità umane che sono meno facili da automatizzare: creatività, cooperazione, comunicazione personale e capacità manageriali e imprenditoriali.
Il futuro sarà fatto di apprendimento, insegnamento e tempo libero che non saranno più momenti diversi della nostra vita, ma si intrecceranno per creare qualcosa di nuovo.
In questo quadro, a dir poco drammatico, dobbiamo sempre più sostenere il reddito universale, l’unica forma di futuro possibile.
Oggi abbiamo 8 milioni di poveri, persone che sono sotto la soglia di povertà e i due terzi ha tre lavori. Quindi il lavoro non garantisce più nulla. É il reddito che ti inserisce nella società o ti espelle da essa se non hai reddito.
L’unico paradigma che ci porterà nel futuro sarà un reddito universale per tutti.