di Marco Bella – Che cosa lega questi tre campi così distanti tra loro? E che cosa c’entrano i videogiochi e i giochi in generale? Innanzi tutto, i giochi che richiedono di pensare aprono la mente. Gli scacchi sono un gioco apparentemente semplice, tuttavia le mosse possibili sono qualcosa come 10 elevato alla potenza 120, un numero che si scrive mettendo la cifra uno seguita da 120 zeri.
Cioè 1.000.000.000.000. 000.000.000.000. 000.000.000.000. 000.000.000.000. 000.000.000.000. 000.000.000.000. 000.000.000.000. 000.000.000.000. 000.000.000.000. 000.000.000.000!
Per capire quanto questo numero sia incredibile, basti pensare che si stima che il numero di tutti gli atomi dell’universo sia solo dell’ordine di 10 elevato alla potenza 80. Come si può quindi scegliere la mossa migliore ogni volta tra tutte queste? I maestri di scacchi lo fanno grazie a tantissima esperienza, e ripetendo delle combinazioni standard all’inizio (aperture), ma soprattutto usando tantissima immaginazione. Anche il premio Nobel per la chimica del 2024, Demis Hassabis, è stato un fortissimo giocatore di scacchi. Ha iniziato a quattro anni e a tredici il suo rating ELO era uno stupefacente 2300. Nella sua generazione, nel mondo era secondo solo alla leggendaria campionessa ungherese Judit Polgár.
E non era solo un campione di scacchi ma anche di altri giochi come ad esempio lo scarabeo e il Go, che è particolarmente popolare in Asia. Per capire quanto il Go sia più complesso rispetto agli scacchi, le mosse possibili sono dell’ordine di 10 elevato alla potenza 720. Hassabis è stato uno studente modello, diplomato a soli sedici anni con il massimo dei voti. Essendo troppo giovane per entrare subito all’università di Cambridge, gli fu chiesto di prendersi un anno sabbatico nel quale ha iniziato a sviluppare videogiochi, e con i proventi si è pagato l’università, continuando a ideare videogiochi che hanno venduto milioni di copie.
Ha ottenuto il suo dottorato di ricerca relativamente tardi per uno scienziato, solo a trentatré anni, nel 2009, applicando la sua passione per i computer nel campo delle neuroscienze. Ha pubblicato diversi articoli su prestigiose riviste come Nature e Science, e non trascurando la sua passione per i giochi dopo il dottorato ha sviluppato i motori informatici AlphaGo e AlphaZero, dei programmi che possono battere tranquillamente i campioni del mondo di Go e scacchi. Ora, mentre per gli scacchi un computer (Deep Blue) aveva sconfitto il campione del mondo Kasparov già alle fine degli anni ‘90, è stato solo nel 2016 che un programma è stato in grado di battere il campione del mondo in carica di Go, Lee Se-dol.
La scoperta che gli ha valso il Nobel per la chimica (assieme a David Baker e John Jumper), riguarda un nuovo “Alpha”, AlphaFold, un programma del 2020 che predice come si ripiega su sé stessa una proteina. Le proteine sono macromolecole che svolgono nel nostro corpo tutta una serie di funzioni: di supporto, di trasporto dei nutrienti e ossigeno (es emoglobina) e letteralmente “costruiscono” l’essere vivente assemblando tutte le altre molecole, incluse loro stesse. Le proteine sono lunghe catene di amino acidi. Può fare impressione, ma le proteine sono costituite tutte da soli 20 amino acidi naturali che sono gli stessi in tutti gli esseri viventi, dai batteri, alle piante, agli umani. Per dire, la sequenza dei 104 amino acidi della proteina citocromo è esattamente la stessa nell’uomo e negli scimpanzé, è identica al 90% tra uomo e cavallo, ed è conservata al 40% persino nel grano. Nel DNA c’è solo l’informazione sulla sequenza degli amino acidi (struttura primaria o monodimensionale). La struttura primaria di milioni di proteine ha iniziato ad essere delucidata a partire dagli anni ’60 e oggi può essere decifrata in modo automatizzato. Invece, capire la struttura terziaria, cioè come la proteina si ripieghi, (struttura tridimensionale), è stata una sfida difficilissima fino a pochi anni fa. Immaginate dei lunghi filamenti costruiti da tanti mattoncini. Una cosa è conoscere l’ordine in cui i mattoncini sono legati, un’altra è capire come la catena di mattoncini si ripiega su sé stessa. Certo, in alcuni casi era stato possibile ricavarla tramite i raggi X, ma si tratta di un procedimento tutt’altro che semplice. La cosa più affascinante è che le proteine (semplificando) si ripiegano da sole: nella sequenza degli amino acidi è già predeterminato come la proteina si arrangerà in tre dimensioni. Risolvere quindi il puzzle di come si ripiega una proteina data la sequenza degli amino acidi può avere applicazioni incredibili in tantissimi campi dello scibile umano, primo tra tutti quello dello sviluppo di nuovi farmaci. Fino a oggi, il programma AlphaFold è già stato citato qualcosa come 30.000 volte in soli quattro anni nella letteratura scientifica. Insomma, si tratta certamente di una scoperta che merita il Nobel. Nonostante i programmi AlphaZero e AlphaFold siano basati sull’intelligenza artificiale, Hassabis ha più volte messo in guardia i governi di quanto sia importante controllare l’AI. Nel 2023 ha affermato che l’AI ha il potenziale di estinguere il genere umano, al pari di una guerra nucleare o di una pandemia.
AlphaFold, seppure rappresenti una scoperta incredibile che ha portato al Nobel, non è la sola di Hassabis. Durante il suo dottorato questo scienziato ha studiato molto il potenziale dell’immaginazione e di come in alcune condizioni in cui si perde la memoria quello che accade è l’incapacità di immaginarsi in situazioni nuove. In pratica, una mente efficiente è quella che ti permette di immaginare nuove sfide ogni giorno. L’immaginazione è uno strumento potentissimo: non a caso i campioni di scacchi si allenano giocando bendati, proprio per rafforzare la propria immaginazione. Se però la propria immaginazione si impiega per compiacere qualcuno potente in modo da avere tanti mandati e rimanere in parlamento a vita non si va lontano. La difficoltà di immaginare una vita diversa da quella dei palazzi è proprio quello che porta a essere disposti a qualsiasi cosa invece di essere riconoscenti a chi ha permesso di essere protagonisti di un’esperienza incredibile per aiutare i cittadini.
Quando si libera l’immaginazione si possono esplorare campi nuovi inimmaginabili e crescere come persona. Fino, addirittura, a vincere il Nobel per la Chimica senza essere nemmeno laureati in chimica, e partendo dagli scacchi e videogiochi.
L’AUTORE
Marco Bella – Già deputato, ricercatore in Chimica Organica. Dal 2005 svolge le due ricerche presso Sapienza Università di Roma, dal 2015 come Professore Associato.